Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Nostalgie

Nel fiume della vita
nostalgie
sono legate agli anni
delle pagine verdi
dove la primavera
vide sbocciare fiori
come sogni
che affiorano alle notti...
Ora che tutti i fogli
sono pieni
di scarabocchi e errori
non c'è spazio
per nuove emulsioni
spinti dalla corrente
di rimpianti
che agita le acque
il fiume della vita
conduce nostalgie
verso il mare.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Ada Roggio
    in Poesie (Poesie personali)

    Maledetto intervento, l'hai condannata

    La vita tanto strana,
    crediamo di essere capaci di vincere
    tutte le battaglie a cui siamo sottoposti,
    sorridiamo ogni qual volta che tentenniamo.
    Maledetto intervento.
    L'hai condannata!
    Questo continuo stare male,
    la porta a riflettere, e pensare.
    Portare costantemente il peso invalidante
    di non sentirsi più donna,
    paura, ansia.
    Guardarsi allo specchio e non riconoscere più il proprio volto.
    Sentire la mancanza del respiro.
    Alzarsi dal letto di primo mattino,
    senza più sentire la freschezza dell'aria
    che piano, piano attraversa la persiana
    ancora socchiusa.
    Si sfogliano le pagine dall'albero della vita,
    e ti accorgi che ce ne sono ancora ben poche da sfogliare.
    È passato tutto questo tempo!
    La conseguenza di tutto questo stare male,
    il continuo ripetersi di fallimenti e conflitti,
    stanca, affaticata.
    Paura di mostrare al mondo gli aspetti più vulnerabili di noi stessi.
    Vulnerabile, vergogna, isolamento,
    questa stanchezza invincibile,
    sentirsi incapaci e incompresi.
    La mente più lucida del proprio corpo che sembra continuamente esplodere.
    Aver perso la voglia di sentirsi in armonia
    con il proprio corpo.
    Paura di non essere più amata e restare sola
    Maledetto intervento,
    l'hai condannata.
    Composta giovedì 21 settembre 2017
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Simona Buzzi
      in Poesie (Poesie personali)

      Settembre

      Pallido, sornione
      sole di settembre.
      Finestre
      ancora aperte
      nei pomeriggi
      settembrini
      diffondono
      profumi
      d'erba falciata
      di bergamotto
      d'aria frizzantina.
      Nel cielo
      bianche nuvole
      veloci corrono
      ad annunciare
      che il temporale
      incombe.
      Degli alberi
      il vento
      piega le fronde.
      Si fan più scure
      le nubi
      a ricordar
      che il tempo
      dell'estate
      è ormai finito.
      Composta giovedì 21 settembre 2017
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        La luce del giorno inizia a perdere i propri toni e forza
        calando leggermente sul limite infinito dell'orizzonte.
        Le cicogne ritornano tutte insieme battendo le loro ali,
        ogni tanto si lasciano portare dalla calda corrente d'aria
        che dal vicino fiume le riporta sazie alla loro grande casa.

        Le poche nuvole si tingono di colori mai visti nel giorno
        per accompagnarci su placide onde nella culla notturna
        che ci aspetta silenziosa nascosta negli angoli della notte.
        La luce si va diffuminando sui vecchi muri delle alte case
        mentre si accendono i lampioni per illuminare nuovi sogni.

        In fretta ci sediamo sul balcone per carpire un fantasma
        che si adagia silenzioso sulle ultime ombre che avanzano.
        Noi siamo i guardiani della quiete silenziosa che germoglia
        racchiusa in messaggi di visioni eteree e grappoli di ombre:
        la notte è l'ombra del giorno che ci avvolge in verde foglia.

        Fra le stelle che ci coprono come fossero sorelle del tempo
        diamo l'ultimo sguardo al cielo per chiudere l'ultima finestra.
        Nel buio della stanza da letto diamo l'ultimo tenero sguardo
        alle ombre che lentamente vanno morendo nei nostri occhi:
        ascolto l'intimo ritornello umano salutando le stelle e la notte.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Il vento soffia a intermittenza in questo pomeriggio sereno
          mentre io leggo un romanzo spagnolo, che mi porta in giro
          dal polo al deserto, che ha il bel titolo "le finestre del cielo".

          Osservo le foglie che si muovono dietro i vetri del balcone
          mentre le tortorelle si posano leggere su una pianta di gelsi
          che immobile, s'innalza nel giardino, mi guarda e mi sorride.

          Il giorno sta arrivando, vecchio come me, al suo bel tramonto
          tappezzando il cielo di colori forti e tenui muovendoli col vento
          che lentamente dà il suo addio sia agli uomini che agli uccelli.

          Un tocco di campane della bella chiesa barocca del mio borgo
          mi richiama a un gioco dell'anima che vive di silenzi e rintocchi.
          Mi inebrio di dolcezza sentendo una mano celeste che mi tocca.

          Il vento canta la sua nenia sulle foglie tremule del glicine azzurro
          sospeso in alto che sporge dal balcone sul piccolo caro giardino
          in attesa che anch'io spicchi il volo con l'anima leggera e pulita.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Ho visto pochi fiori campestri in questa corta primavera
            con prati verdi pieni di piccole margherite senza bellezza,
            con fiori gialli come stelle con molti petali rotti sulla terra,
            qualche cardo silvestre con un fiore piccolo semiaperto.

            I campi che l’anno scorso erano pieni di molti papaveri rossi
            quest’anno li ho visti di lutto con steli  bassi e colori smorti.
            Anche i cardellini e i pettirossi erano rari con i ghirigori corti.
            Sono andati lontano prevedendo poca pioggia e calore strano?

            È certo che la natura è saggia, previgente e con molte più risorse
            di noi uomini di oggi, avendola dimenticata, perché non l’amiamo
            come nel passato i nostri nonni che la carezzano con occhi e cuore,
            osservandola, pregando il Signore, sia in ore di pioggia che di sole.

            Oggi crediamo solo nella scienza, nei concimi e nelle buone sementi,
            ma abbiamo dimenticato che la terra va prima  amata e poi ben arata
            sia con trattori sia con le mani. Dobbiamo pulirla dalle brutte erbacce
            se vogliamo che sia feconda, ci dia il pane e tutti i bei fiori del creato.

            Sono convinto che tutt i fiori campestri sono le infinite carezze divine
            offerte a noi uomini che camminiamo chini  sulla terra con occhi aperti.
            Quando il cielo è pieno di nubi e il sole non ci riscalda né  mani né testa
            vuol dire che dobbiamo specchiarci nei fiori perché la vita sia una festa.
            Composta venerdì 30 giugno 2017
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Quanti turisti viaggiano d'estate solo per dimenticare,
              quante valige piene di ricordi e vuote di nuove illusioni,
              quanti volti senza nome abbiamo visto senza parole.

              Chi viaggia con la macchina no sa se rivedrà la casa,
              chi per essere padrone del bello solo guarda panorami,
              altri vanno in treno per sognare, leggere e osservare.

              Gente di ogni età per nuove emozioni e senza timore
              preferisce l'aereo volando nel cielo prima del tempo
              imitando la libertà degli uccelli e carpire le sue stelle.

              Atri li ho incontrati in bicicletta per sentieri poco indicati
              per raggiungere il buon cammino dello spirito dimenticato:
              camminano silenziosi o in compagnia per incontrare Dio.

              Ho visto gruppi a piedi con dei cappelli e grossi scarponi
              inoltrarsi nel verde dei boschi per comprendere se stessi
              o scalare la prossima montagna con enorme commozione.

              Tutti abbiamo bisogno ogni tanto di un tempo solo nostro
              per captare la luce del giorno e i veri messaggi della notte:
              solo così capiremo dove andiamo e quanto si deve amare.
              Composta venerdì 30 giugno 2017
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Simona Buzzi
                in Poesie (Poesie personali)

                Il dono della vita

                Alba rosea
                sul mare
                dorato sole
                che s'innalza
                si riflette
                nelle acque blu.
                Pescatori
                rientrano
                stanchi
                soddisfatti
                del fresco pescato.
                Sapore di salsedine
                nelle logore reti
                nella fresca brezza
                del mattino.
                Le barche
                ondeggiano leggere.
                Mare in bonaccia
                tavola blu.
                Incanto e magia.
                Inattese
                emozioni
                nuove
                meravigliose
                sensazioni.
                Lo spirito rinasce
                rinvigorisce.
                Tuffo nel blu
                acque fresche
                di mare.
                Apro anima
                e cuore
                al dono della vita.
                Composta mercoledì 20 settembre 2017
                Vota la poesia: Commenta
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La sera

                  Amo la sera quando l'orizzonte
                  si tinge di tramonto
                  il sole e l'ombra
                  si fondono in pacata sinfonia
                  diventano una musica
                  dove cuore e pensieri
                  danzano insieme
                  seguono il cammino
                  tenendosi per mano
                  per vivere ciascuno
                  un po' dell'altro
                  guardando il cielo
                  carico di stelle
                  e la luna che spunta.
                  Odio la sera
                  quando ha fretta il giorno
                  di rifugiarsi negli spazi vuoti,
                  s'affollano profili di fantasmi
                  col viso camuffato di bugie
                  e l'anima rifatta di parole.
                  Si abbracciano, si baciano,
                  si sfiorano la mano
                  buia lontanissima nebbiosa,
                  corrono a perdifiato
                  fin sotto le pendici dell'amore
                  senza sapere gli occhi
                  e nemmeno il colore di un sorriso.
                  Vota la poesia: Commenta