Poesie personali


Scritta da: Lina Viglione
in Poesie (Poesie personali)

Il volo del gabbiano

Sono come un gabbiano che vola sulle ali della fantasia.
Un volo senza sosta è incredibilmente simile a quella che è la mia vita.
Il gabbiano è solo e stanco, sempre in movimento.
Non sa dove abbia il suo nido, e dove troverà pace.
Ha dentro un grande rimpianto,
ma non si può fermare, deve continuare a volare.
Nessuno lo può capire, e sogna un mondo perfetto,
dove anche lui abbia il diritto di potersi fermare,
ma invece continua a volare, chissà per quanto tempo ancora.
Ma il suo volo ora faticoso,
sarà ricompensato quando troverà la sua isola felice,
dove i sogni e i pensieri si mescolano alla realtà
e saranno la sua forza.
Per lui e per me domani sarà di nuovo... primavera.
Composta sabato 1 gennaio 2005
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Pregherò sotto arcate dell'universo
    per chiedere a Dio che non respiri
    i veleni dell'uomo.
    Siamo randagi su questo deserto,
    siamo mendicanti sotto il cielo.
    Non sentiamo la carezza del vento
    in questa caverna fatta di pensieri.

    Pregherò sui marciapiedi della vita,
    sotto macerie piene di grida e dolore
    con gli occhi di un bambino morto
    accanto a una madre senza rancore.
    Siamo sempre gli stessi fantasmi
    correndo sotto i cieli grigi e rossi
    dove il sangue di un toro stordisce
    chi poi uccide ridendo la vita.

    Pregherò all'ombra di un campanile
    quando la morte divora il cuore
    e la fede matura la ragione.
    Ascolta, spirito dell'uomo,
    la nostra debolezza fatta carne.
    Fa che la speranza e la fortezza,
    il silenzio e l'amore
    guidino i nostri passi
    salendo insieme la montagna.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Porto negli occhi il dolore del tempo
      nelle mani una creta da modellare
      ai piedi ho le ali della primavera
      nella bocca parole da salvare.

      Il volto di un bambino non nato
      matura in un'eco senza voce.
      Lacrime di madre senza figlio
      inaridiscono i suoi occhi.

      La creta è la madre dell'uomo
      manipolata da mani esperte,
      indurita da parole non dette
      ma scolpita da soffi celesti.

      I miei piedi sono ali per volare
      su cammini ai cigli del tramonto.
      I cavalli trottano al mio fianco
      insieme al cane che non molla.

      Parlerò sulla cima della montagna
      scolpendo sulla pietra del tempo
      l'unico messaggio appreso dal vento:
      cammina, respiri, non ti fermare.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)

        Ai libri della terra

        Felice l'uomo che ti ha per amico nella vita.
        Le tue copertine sono i miei occhi chiari,
        le tue pagine sono la mia mente aperta,
        le tue righe sono i miei pensiero vagabondi,
        il tuo titolo è il mio nome di oggi.

        Quanti sogni mi hai regalato nel giorno,
        quanti amori ho visto sotto la luna,
        quante avventure con volti senza nome.
        Terre visitate con le aquile del cielo,
        fiumi navigati con piroghe della storia.

        Tu mi hai insegnato a capire l'amicizia:
        un libro aperto è l'amico senza segreti,
        un libro sciupato è l'amico intimo,
        un libro chiuso è un amico perduto,
        un libro rotto è un amico ferito.

        Con te ho distrutto fantasmi e chimere,
        con te ho capito il giorno e la notte,
        insieme a te mi perdo nell'universo.
        Con te ho conosciuto il pianto e la gioia.
        Oggi sono quello che tu mi hai fatto.

        Grazie amico che mi doni la speranza.
        Composta mercoledì 13 gennaio 2016
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Viaggiare è aprire una finestra
          capire gli uomini, carpire la bellezza.
          Prenotare un biglietto è iniziare
          la scoperta, captare un paesaggio
          di un mondo sempre aperto.

          Viaggiare è volare con l'aurora
          sfogliando sogni e leggende
          scaturite dal cuore.
          È offrire sorrisi impressi negli occhi,
          rinchiusi nel silenzio dell'anima.

          Viaggiare è bere l'acqua pura
          di una fonte di montagna,
          entrare in caverne nate nel tempo
          nel grembo maturo della terra.
          Viaggiare è rinascere nell'azzurro.

          Viaggiare è una valigia vuota
          da riempire giorno dopo giorno
          di volti e segreti senza nome.
          Viaggiare è stringere le mani
          di tanta gente ancora buona.

          Le stazioni sono piene di lacrime,
          di dialoghi tra la notte e il giorno.
          Nei viaggi ammutolisce il timore,
          svettano le cime dei monti
          in mani aperte alla memoria.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Accendiamo molte luci
            con la solitudine che portiamo addosso;
            gli occhi non sopportano
            il buio sputato da spettri della notte.
            Da voci e parole sussurrate appena
            nascono discorsi morti e senza pena.
            Generiamo mostri senz'occhi
            quando soli cerchiamo una risposta.
            Forse il tempo ci ha restituito l'enigma
            costruito in una foresta senza figli.

            Dove andiamo nelle lunghe ore morte
            quando il cuore piange e
            il corpo è rotto?

            Le poche luci accese nella notte
            illuminano il corridoio
            aperto dalla morte.
            Non possiamo vivere soli
            in un mondo con molti fantasmi,
            in una casa piena d'illusioni.
            Una manata sulla spalla,
            un sorriso pieno di futuro,
            un fiore lanciato nell'aria,
            uno sguardo pieno d'amore
            ci bastano per far sbocciare
            il silenzio che matura nel cuore.
            Composta domenica 22 novembre 2015
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              Scritta da: Stefano Medel
              in Poesie (Poesie personali)

              Con questa faccia da poeta

              Con questa faccia da poeta,
              che non si fida di nessuno,
              come un gatto randagio,
              questa faccia da poeta,
              che ama più
              di quanto può,
              che sente e soffre,
              e scrive,
              perché tu sia,
              lettore di parole
              di magia;
              questa faccia da poeta,
              troppo solo,
              tra facce e bastardi che parlano male,
              ribelle ancora ribelle,
              .
              Composta lunedì 18 gennaio 2016
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                Scritta da: Carmine De Masi
                in Poesie (Poesie personali)

                La neve

                Una festa tanta attesa,
                è gioia per i fanciulli,
                germi di cristalli svolazzano all'impazzata
                accarezzano visi sorridenti,
                i grandi ritornano bambini,
                la spensieratezza
                del colore che li circonda
                diventa neve
                il bianco diventa simbolo di purezza
                è forse l'abito del tanto amato Francesco?
                Composta lunedì 18 gennaio 2016
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