Sortilegio
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...tempo, una specie di pudore.
Seppi che aveva diciotto anni, un genitore di origine francese e lei lavorava come sarta.
Mi congedai sulla piazza di Minerbe per non sembrare scortese restando troppo a lungo.
Dentro di me era un intreccio di sofferenza e piacere mai provati prima di allora.
Sulla strada del ritorno nubi basse e colori sbiaditi. Si levò il vento e l'orizzonte a occidente divenne nero.
Oltrepassata una frazione, il vento si fece impetuoso sollevando vortici di polvere e di foglie.
Ero solo sulla strada. Proseguire in quelle condizioni era impossibile, per cui deviai a sinistra fino a raggiungere una vecchia fattoria.
Là una donna mi accolse in una saletta quasi spoglia, poi andò via senza parlare.
L'ambiente era triste. Dai vetri sporchi rigati di pioggia filtrava una luce scialba.
Dopo un violento e breve acquazzone cadeva una pioggia monotona che ticchettava fra i sibili del vento. A tratti giungevano appena percettibili le voci di persone che conversavano a grande distanza.
Uno scalpiccio di piedi nudi sulle mattonelle; subito dopo la porta si spalancava e una ragazza senza reggiseno apparve bianca nel riquadro scuro. Udii un gridolino di stupore, poi la porta tornò a richiudersi di colpo.
Ero ... [segue »]
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