Sortilegio
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...ancora solo, in quella saletta all'antica, fra le tele di ragno e le sedie di vimini polverose.
Più tardi ripresi il viaggio. L'aria era fredda e pioveva ancora sotto i grandi platani.
3
Nei giorni che seguirono insieme a lei, provai l'estasi più perfetta, più vera. Nessun altra esperienza può reggere al confronto.
Loretta era il suo vero nome. Non abitava nel vecchio palazzo ma nella casa adiacente, così il ragazzino da me incontrato non era suo fratello.
Loretta appariva come una ragazza chiusa, introversa e, forse, infelice. Il suo sguardo era tanto dolce e caro, ma vi trovava posto in esso anche il gelo e il cinico distacco. Le labbra piegate verso il basso la facevano apparire ancora più triste.
Io non so, ma ho provato fin dal primo momento l'impressione di trovarmi di fronte a una persona che aveva conosciuto una felicità immensa e poi l'ha perduta. C'era nella bellezza di quel volto il ricordo di una gioia finita e la consapevolezza insieme di non riuscire più a ritrovarla.
Ma non era solo questo. Frequentarla era come accostarsi a un sublime segreto.
Il suo carattere fu sempre un enigma per me: parlava pochissimo ed era vera e falsa allo ... [segue »]
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