Sortilegio
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...campagna grigia, quasi morente. Un senso profondo di sfacelo scivolava sulle cose fluide ed opache. Lo spirito veniva sopraffatto da tanta quiete, a poco a poco, senza quasi rendersene conto.
Le pozzanghere sulla strada, le facciate più scure e sfuggenti delle vecchie case di s. Vito.
Poi, la torre campanaria di Minerbe si profilò nera nel cielo di nord-est. Pareva ancora più tetra, più esile, più alta e fragile di quanto avessi notato le altre volte. Con lo sfondo di nubi basse oscillava al di sopra degli alberi, avvolta nella nebbia.
Ma non solo il paesaggio era cambiato. Quando incontrai Loretta sul piazzale della chiesa ebbi un fremito.
Era ancora più bella delle altre volte, se possibile. I capelli castani erano più lisci, più soffici, più lunghi con sfumature bionde, lievissime. Una maglia di lana color rosa caldo e una gonna in velluto nero.
Pallida, raffinata, misteriosamente bella, mentre mi avvicinavo, sorrideva. Tutto in lei era nuance e solamente nuance, così anche il suo sorriso.
Il vento era freddo e il viale con i neri tronchi dei tigli si dissolveva nella immobilità della nebbia.
Fu più docile di tutte le altre volte. Mi parlò di lei, della sua famiglia ostile ... [segue »]
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