Sortilegio
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...discorsi.
Quel giorno, mi parve, fu l'unico nel quale Loretta mi sembrò felice. Una felicità la sua senza esuberanze, come era nel suo carattere.
Quella sera rimasi a guardare i colori del crepuscolo insieme a lei. Come mai prima d'ora la sentivo lieta e serena e ciò la faceva apparire ancora più incomprensibile. La sua dolcezza mi stordiva.
La dea fredda e malinconica era lì, l'avvertivo nella raffinata cortesia dei gesti e nel fluire delle brevi frasi. Ma anche la donna a volte affiorava in lei, la donna appassionata dalla infinite possibilità d'amare. La sua bellezza era al culmine. Niente da paragonare, nessun confronto era possibile. La sua era la bellezza pura, astratta, inconoscibile, la bellezza che dà le vertigini quando la si contempla troppo a lungo, che toglie il respiro.
Da quando l'avevo conosciuta non desideravo e non mi interessava più nulla all'infuori di lei. A volte mi stupivo che altri non la corteggiassero, probabilmente a causa della sua superiorità, anche se ogni forma di disprezzo era assente in lei.
In lei era qualcosa di dolce, di intimo, di tanto caro e bello e di freddo, di egoistico e come un indifferente distacco al tempo stesso.
6
Arrivò maggio con ... [segue »]
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