Racconti di guerra
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...pentolone fumante e noi in fila con i nostri utensili in attesa del nostro turno. Arrivato il nostro turno dovevamo dire quanti eravamo in famiglia.
Una delle mie bugie fu proprio in quella occasione, noi eravamo in tre io con le mie piccole mani facevo il segno di quattro, mi piaceva quella minestra. Quasi sempre cucinata con piselli colore verdastro, era un piacere vederla nella scodella. Con calma prendevo il mio cucchiaio di rame e alla fine i mie nonni me ne aggiungevano della propria.
Sembrava di tornare alla normalità. Rividi parenti e amici dai quali eravamo stati separati, impegnati tutti quanti a salvarsi dalla guerra e dalla fame. Tornò anche mio padre insieme a una signora che segnò negativamente il mio futuro.
Tornarono i grandi a sedersi fuori dalla porta di casa, a raccontarsi
le loro vicende, dopo tanto tempo sentivo ridere perché si raccontavano barzellette che io non capivo.
Noi ragazzi tornammo a giocare per la strada, con le nostre bici, scansavamo lo sterco dei cavalli che con le loro carrozze mantenevano unita la città e portavano i defunti al cimitero.
Con le bici ci inoltravamo fino alla campagna vicina, non c'era nessun pericolo anche se la sera era ... [segue »]
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