Ehm... io direi che non contano né i mezzi, né i fini, ma la sostanza di ciò che viene fatto o comunicato.
I fini di chi parla o agisce ci sono ignoti; i mezzi (quando intesi alla sollecitazione emotiva come strumento di convincimento) possono indurci al sospetto; ma i fatti e i concetti, nudi e crudi, cioè la sostanza delle cose, è l'unica vera cartina di tornasole cui prestare la massima attenzione.
Nell'azione di Robin Hood c'è una rapina al fisco di re John Lackland (fatto illegale) con successiva donazione al popolo di ciò che era stato oggetto di una rapina legale. Venendo la donazione (successiva alla rapina illegale) a configurarsi come restituzione del maltolto a mezzo di rapina legale, non mi pare possano esservi dubbi su chi assolvere e chi condannare...
Quanto poi agli onesti ed ottusi bacchettoni, è mia opinione personale che l'onestà, quella vera, si accompagni molto difficilmente ai bacchettoni; e che comunque faccia letteralmente a pugni con l'ottusità, notoriamente soggetta ad ingannarsi ed essere tratta in inganno. Anche su ciò che è onesto e ciò che non lo è.
La Rivoluzione si può fare soltanto INFORMANDO gli altri. Condivido pienamente questa asserzione, che figura in calce al video postato nel commento che precede.
Video che invito tutti a guardare e meditare.
Perbacco...
...A ben pensarci, i trasgressori, in quanto portatori di qualcosa di diverso, sono per ciò stesso professori delle loro trasgressioni. Che poi i loro insegnamenti siano positivi o negativi, condivisibili od esecrabili, è questione di idee e di gusti, ma non esclude il ruolo.
Ciao Dario!! No, l'ha scritta mio nipote Gianluca: l'ho vista tempo fa sul suo blog, e non ho resistito (dopo averne ottenuto autorizzazione) dal postarla su PP.
10 anni e 10 mesi fa
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L'esperienza del disinganno, prima o poi immancabile per tutti, se meditata a lungo può tramutarsi prima nell'amicizia con noi stessi, poi nella serenità e nella gioia che maldestramente cercavamo altrove.
10 anni e 10 mesi fa
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Mi sembra credibile che lo abbia detto lui: a differenza di tanti professoroni di oggi (mi vengono in mente Zichichi e Odifreddi, che, quantunque su opposti versanti e l'un contro l'altro armati, accomuno, insieme a Sgarbi e Stephen Hawking, nella medesima categoria degli "intellettuali mediatici" di recente venerazione), Einstein era solito fare sfoggio più di quanto non conosceva che di quanto conoscesse. Ne è prova il suo ultimo scritto, in cui testualmente asseriva: "secondo la mia opinione, siamo ancora lontani dal possedere una base concettuale della fisica alla quale poterci in qualche modo affidare" (prefazione al volume "50 anni di relatività"- ed. Giuntine 1955, scritta da Einstein il 4 aprile 1955, cioè 14 giorni prima della m0rte).
D'altra parte, quanto alla frase di cui è commento, mi sembra che il problema se essa sia o meno di Einstein rivesta una rilevanza esclusivamente filologica, posto che il non conoscere noi stessi (e quindi anche l'energia che ci fa vedere,sentire, parlare e pensare) è problema antico quanto il mondo e tuttora irrisolto; problema che non aveva bisogno di Einstein per essere evidenziato.
Ove dovesse dunque perdurare l'incertezza circa l'autore della frase, con grande entusiasmo, e sottoscrivendola pienamente, mi dichiaro disposto ad assumerne la paternità. : ))
I fini di chi parla o agisce ci sono ignoti; i mezzi (quando intesi alla sollecitazione emotiva come strumento di convincimento) possono indurci al sospetto; ma i fatti e i concetti, nudi e crudi, cioè la sostanza delle cose, è l'unica vera cartina di tornasole cui prestare la massima attenzione.
Nell'azione di Robin Hood c'è una rapina al fisco di re John Lackland (fatto illegale) con successiva donazione al popolo di ciò che era stato oggetto di una rapina legale. Venendo la donazione (successiva alla rapina illegale) a configurarsi come restituzione del maltolto a mezzo di rapina legale, non mi pare possano esservi dubbi su chi assolvere e chi condannare...
Quanto poi agli onesti ed ottusi bacchettoni, è mia opinione personale che l'onestà, quella vera, si accompagni molto difficilmente ai bacchettoni; e che comunque faccia letteralmente a pugni con l'ottusità, notoriamente soggetta ad ingannarsi ed essere tratta in inganno. Anche su ciò che è onesto e ciò che non lo è.
Condivido pienamente questa asserzione, che figura in calce al video postato nel commento che precede.
Video che invito tutti a guardare e meditare.
Perbacco...
D'altra parte, quanto alla frase di cui è commento, mi sembra che il problema se essa sia o meno di Einstein rivesta una rilevanza esclusivamente filologica, posto che il non conoscere noi stessi (e quindi anche l'energia che ci fa vedere,sentire, parlare e pensare) è problema antico quanto il mondo e tuttora irrisolto; problema che non aveva bisogno di Einstein per essere evidenziato.
Ove dovesse dunque perdurare l'incertezza circa l'autore della frase, con grande entusiasmo, e sottoscrivendola pienamente, mi dichiaro disposto ad assumerne la paternità. : ))