Poesie personali


Scritta da: Nelson
in Poesie (Poesie personali)

Verso Venezia

Seduto al mio posto
viaggio tra le strutture,
le menti e le foglie
di alberi morenti, solitari.
Viaggio
con popoli miei pari,
persone semplici, vere
ma ignoranti.
Braccia meccaniche
coltivano la terra,
seminando castelli d'acciaio,
bugie, nuove realtà.
Osservo
il paesaggio cambiare,
viaggiando lento
tra montagne innevate
e laghi di ghiaccio.
Provo a pensare
cosa vede questa ragazza
accanto a me, accanto
a tutti gli altri. Noi,
che ci muoviamo piano
verso una città eterna
che accoglie, che piange.
Una città sorta
tra mari digitali
e favole di cartapesta.
Un luogo orfano
delle grandi virtù,
della peste, della storia.
Un oasi di tribù perdute,
tra calli e ponti,
tra l'arte e la poesia.
Composta giovedì 14 marzo 2013
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Ciro Orsi
    in Poesie (Poesie personali)

    A mio zio Ciro

    Nelle gambe sentiva ancora
    il fremito del mare,
    sulla terra ferma teneva
    la postura che i marinai
    hanno per lunga lena appreso
    per regger l'equilibrio
    nelle lunghe crociere
    in mare aperto..
    Vestiva di chiaro
    amava l'aria aperta
    le magliette fresche bianche
    di cotone profumate
    sopra i calzoni a falde larghe.
    Passava molte ore
    al suo tavolo di vimini
    sulla veranda dai bei vetri colorati
    al piano terra del villino
    leggeva con passione
    libri di storia e saggi
    e teneva sempre sotto mano
    fogli di appunti fitti fitti
    per chissà quali ricerche.
    Si era ammalato in guerra.
    Nell'estate del quaranta
    era in missione nel Mar Rosso
    sul sommergibile Perla:
    una tragica serie di incidenti
    mette fuori uso l'impianto
    di condizionamento dell'aria,
    la perdita del cloruro di metile
    provoca l'avvelenamento
    dell'intero equipaggio,
    i marinai impazziscono
    alcuni vengono legati
    nell'attesa dei soccorsi
    sono agonizzanti e
    arenati sul fondo del mare
    nell'angusto battello
    per sei lunghissimi giorni.
    Otto si salvarono.
    Trentadue lasciarono la vita
    in quell'angusta scatola di latta.
    Zio Ciro tornò a casa
    ridotto come un cencio consumato
    i polmoni ammalati d'enfisema
    e l'animo angosciato
    che solo può provare
    chi ha fatto quel viaggio
    nel fondo dell'inferno.
    Ma la vita è un'energia divina
    e l'amore per la vita
    un balsamo che cura
    le ferite più atroci.
    A casa c'è la dolce Lina
    ad aspettarlo a braccia aperte
    la piccola Luisa,
    due anni o poco più
    che già lo chiama "babbo"
    per affascinarlo,
    e la mamma e le sorelle
    e il fratello
    e i nipoti tanto amati
    e tutti gli altri parenti
    vicini e lontani
    e i tanti e tanti amici
    che hanno chiesto di lui
    ed ora vengono a trovarlo
    per dar coraggio
    e tirar sù l'umore.
    Poi il fisico riprende
    il suo vigore e un nuovo
    stile di vita lo sostiene
    pur limitato dalla malattia
    che la guerra gli ha lasciato.
    Per me era così zio Ciro
    lo amavo più di tanto,
    porto il suo nome in onore suo
    perché quando son nato,
    nel quarantacinque, ancora
    lui soffriva tanto
    e desiderava tanto avere
    un altro figlio, un maschio,
    ma non era posiibile
    e così gli sembrò forse
    di volermi bene come un figlio.
    Aveva il volto chiaro
    di magrezza familiare
    le fossette larghe del sorriso
    gli occhi azzurri
    come il mare,
    giocavamo con le carte
    mentre la zia suonava il piano
    e Luisa pasticciava coi rossetti
    e i tacchi a spillo
    e chiamava il babbo
    per sapere che ora era;
    quando eravamo soli
    preparavo il caffè con la napoletana
    e lo gustavamo con i pasticcini
    sul tavolo della cucina.
    Lo guardavo ed era proprio lui
    solo un po' più anziano
    di quel giiovane marinaio
    che zia Matilde ci raccontava
    per far sapere come era nato
    l'amore tra il fratello
    e sua cognata Lina.
    Il bel giovane marinaio
    era in divisa d'ordinanza
    sulla banchina del porto
    a rimirare il suo battello in sosta
    e orgoglioso illustrava
    alla piccola folla di ospiti curiosi
    i prodigi nascosti del regio natante
    e le virtù straordinarie dell'arte marinara
    ma ogni attenzione sua
    fu solo per quel volto di donna
    che si parò davanti
    e lo incantò con gli occhi languidi
    ed il sorriso esperto
    nell'arte del sedurre.
    Un tonfo al cuore e via:
    Ciro e Lina
    varcano quella passerella
    sul battello dell'amore
    verso la loro crociera della vita.
    Composta giovedì 21 marzo 2013
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Rosa Coddura
      in Poesie (Poesie personali)

      I pensieri non possono smettere

      Devo cercare
      di allontanarti dal pensiero,
      non posso viverti davvero,
      per andare avanti,
      non posso avere rimpianti,
      il tempo che sparge polvere di ricordi,
      vive nell'illusione che prima o poi ti scordi,
      ma non c'è giustizia,
      se ogni tentazione mi vizia,
      sei il pensiero che mi assale,
      e non averti fa male.

      La vita che ci fa incontrare,
      tutto ad un tratto scompare,
      non possiamo averci,
      neanche per vedere,
      il sorriso sul nostro viso,
      neanche per vedere
      come ci sta quel vestito,
      e non sapere se ti ho ferito,
      non possiamo averci,
      le speranze possono perdere,
      neanche per una sera
      i pensieri possono smettere,
      non possiamo averci
      chissà se un è un addio
      o un lontano arrivederci.

      Devo arrendermi
      ad un vicolo cieco,
      e non ascoltare più quell'eco,
      anche se non è facile ammettere
      che non ti voglio perdere,
      ma come una piuma al vento,
      devo liberarmi da questo tormento,
      devo lasciarti andare
      anche se non come fare.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: ROBERTO POZZI
        in Poesie (Poesie personali)

        Un figlio di Dio

        Io sono molto di più
        della mia identità di qualsiasi genere,
        ma per la mia cosiddetta scelta
        della mia affettività sentimentale
        vengo aspramente contestato
        da quei devoti fedeli
        e religiosi bigotti
        che nella loro anima
        vive soltanto
        un'arroganza divina
        piuttosto che
        l'umiltà cristiana!
        Per la verità,
        non so neanche definire cosa sia
        un'attrazione sentimentale,
        ma sicuramente,
        io non ne faccio una ostentazione
        della mia diversa disposizione,
        ma neanche mi nascondo
        per la paura d'una disapprovazione
        in un ghetto profondo!
        Io vorrei soltanto vivere
        come tutti i comuni mortali...
        anch'io sono un Figlio di Dio
        e non un figlio del diavolo
        come mi si vuole sempre considerare
        perché
        io non ho mai avuto la libertà
        di chi amare
        o nemmeno di chi rifiutare!
        Io non ho mai avuto
        il libero arbitrio di scegliere
        la mia attrazione sentimentale...
        e'un'inclinazione che non si può mai forzare,
        è per tutti una condizione naturale
        e quindi va rispettata come tale,
        come un diritto basilare
        dell'esistenza umana!
        Se Dio mi creato,
        nella sua perfezione
        di certo non ha sbagliato
        quindi come tutti gli essere umani
        anch'io non vorrei essere odiato,
        non vorrei essere tollerato
        e nemmeno non vorrei essere compatito
        ma vorrei essere solo capito
        da chi è diverso da me
        per quello che veramente sono...
        una delle tante creature del Signore!
        Come ho già dichiarato
        a tutti gli ignoranti
        e decisamente intolleranti
        in questo mondo
        di scarsa comprensione
        già da quando sono nato
        io sono sempre stato
        un figlio di Dio
        perché Lui,
        il mio Signore,
        mi ha voluto così,
        un essere umano,
        diverso ed uguale a te
        ma allora perché
        tu pretendi da me
        di decidere
        chi io non posso amare
        mentre tu puoi decidere
        chi tu puoi anche odiare
        senza la minima considerazione
        che tale comportamento
        non è cristiano
        ma soltanto diabolico!
        Composta mercoledì 20 marzo 2013
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Manuela Mori
          in Poesie (Poesie personali)
          Sole vieni
          buca la terra del riposo germoglia
          le acute assenze vieni
          a scaldare la carne del verme
          ché cibi il seme ché fiorisca
          nel marmo della nostra mano

          Del seme nel seme - laggiù
          in quel cuore scavato - loro sono
          nei fotoni incandescenti dell'oscuro
          se guardiamo e guardiamo - la mano
          è piumato che palpita senso
          Sì, anche loro ci stanno vedendo
          emmemme.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Santi Cicardo
            in Poesie (Poesie personali)

            verbum o logos

            "No"
            fu la prima salvezza
            e i piani non avevano la trasparenza dei cristalli

            "sì"
            il tentennamento
            ma già ai baci preferivamo la disunione

            poi
            "forse"
            s'impose
            come se il dubbio
            proteggesse i fianchi da spade e lillà

            "io"
            allora
            comprese
            la discendenza
            e fece nulla del "tu"
            sulle pire dell'est

            ora che
            "essi"
            dilata
            il gesto vigliacco
            che sigilla il mondo

            "no"
            è l'ultima salvezza.
            Composta giovedì 20 settembre 2012
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Santi Cicardo
              in Poesie (Poesie personali)

              padre

              Alla coda della notte
              padre
              hai appeso la tua giacca
              senza attesa
              arreso
              alle maschere del tempo

              tu che all'ombra dei frantoi i no
              tu che al passo delle greggi – sì!

              sulla piaga della storia
              arranchi solitario
              nello spizzico dell'albe
              già stanco
              eppure ancora le parole

              padre tu che sei troppo vecchio
              per avere sbagliato
              non un morto rimproveri alla guerra
              ma il trionfo dei vivi

              ora al riparo dell'ingiuria
              dove ancora la collina
              malsicura ondeggia
              m'accordi
              un trapasso lungo e freddo

              eccomi padre
              ma perché non saluti?
              Composta giovedì 22 novembre 2012
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Santi Cicardo
                in Poesie (Poesie personali)

                odio

                Agli aspiranti sodomiti del progresso
                ai dotti masochisti del mercato della carne
                rivolgo
                il più solenne e imperituro
                odio

                per avermi trasformato
                in un eccesso senza fine
                per aver cancellato
                dalla mie labbra ogni sgocciolio di latte materno
                per avermi ingozzato d'ansia
                e lasciato digiuno di speranze

                a voi che tenete saldo
                l'imbroglio delle verità
                a voi che arate il campo del possesso
                intesto
                il lascito indissipabile del mio
                odio

                perché possiate crepare
                in una festa senza musica
                perché anche i diavoli
                abbandonino il vostro capezzale
                e nessuno ascolti
                il vostro velenoso lamento

                non ci sia serenità o travaglio
                né maledizione o santità
                nella vostra fine
                ma l'eco perpetua
                dell'ingenuità del mio
                odio.
                Vota la poesia: Commenta