Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Le due del mattino

Sfioro la testa di lei
che certo finge di dormire.
Un gesto d'attenzione,
con questa mano che profuma dell'altro corpo.
Socchiudo la porta della camera di mio figlio.
Lui dorme veramente.
Chissà che cosa sogna.
Cosa ha fatto oggi.
Quel figlio così amato,
che migliore non potevo chiedere.
Ma non da quella madre.
Il figlio col quale non mi vedo mai,
che quasi spio mentre riposa.
... Soltanto un attimo.
Se resto ancora
rischio di svegliarlo.
E penso che magari lo facesse e mi dicesse
- resta con me stanotte -
Ma è meglio non succeda,
lei non la prenderebbe bene.
Ci tiene molto alle distanze
fra "loro" e me.
E poi all'inevitabile distacco
è meglio che si abitui
giorno dopo giorno,
notte dopo notte.
Io invece a prendermi le colpe
ci ho messo molto poco.
È stato un sorso.
Di veleno.
Composta mercoledì 23 dicembre 2015
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes
    Dopo tanti anni
    passati fuori ad aspettare
    chi viene da te soltanto per scopare
    ancora leggi quei libri sull'amore.
    Quelli piccini
    con la copertina rosa.
    Quelli con l'incontro,
    la trama
    e il lieto fine.
    Lei che vede un lui
    e s'innamora,
    sogna,
    spera e si dispera.
    E dopo un po' di pagine
    di lacrime,
    contrattempi e malintesi
    convola sorridente
    col principe,
    l'ufficiale,
    o l'uomo fascinoso.
    E quando
    alla parola fine,
    tu chiudi il libro e gli occhi,
    per loro inizia la tanto sospirata vita a due.
    Mentre la tua resta la stessa,
    quella che non ti ha scelto storie da libri per sognare,
    ma solo errori
    e conti da pagare.
    E va così.
    Almeno fino a quando
    qualcuno più gentile
    viene da te soltanto per parlare.
    E quei momenti
    diventano le pagine d'amore
    del tuo romanzo personale.
    Entri nel libro
    e sei la donna innamorata
    di un lui che già stava lì dentro,
    ad aspettare te.
    E sei la confidente
    della quale s'innamora
    e che farà sua sposa.
    Finché, finito il tempo,
    dopo aver fatto il pieno delle sue parole,
    dei suoi lamenti
    su moglie, figli e cose varie
    o sulla solitudine da sopportare,
    mentre si riveste
    e salda il prezzo da pagare
    rimani ancora un po' nel libro
    come se fosse le coperte sotto cui restare
    per potere ancora un po' sognare.
    Che era un cliente
    lo accetti solo a stanza vuota.
    Quando riprendi in mano il libro vero
    e torni all'ultima pagina lasciata.
    Per ricominciare.
    Composta martedì 22 dicembre 2015
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Il nostro carnevale di Venezia

      Sta chiusa nel cassetto
      la tua stoffa per il carnevale.
      Ordinata,
      come i tuoi giorni tutti messi i fila.
      Vedrà la luce alla fine di novembre.
      Nelle tue mani
      diventerà costume poi per il febbraio.
      Nuova figura alla tua mutazione.
      Non so tu chi sarai da allora in poi,
      ma poco importa,
      ti riconoscerò dal tuo costume.
      Ammesso che abbia voglia di vederti.
      Oppure mi volterò da un'altra parte,
      ad osservare i mille stracci colorati
      uguali ai tuoi.
      Nascosto bene,
      irriconoscibile dentro ai miei.
      Composta martedì 22 dicembre 2015
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        I vuoti di memoria a perdere

        Per quanti armadi apra,
        e tiri fuori vesti,
        divise o manti,
        per quanti me ne metta addosso
        io resto nudo.
        Non so più
        se voglio vestirmi,
        coprirmi
        o mascherarmi.
        Ma forse è mascherarmi.
        Non mi voglio riconoscere.
        Sì,
        è così,
        adesso è tutto chiaro.
        So cosa mettere
        ma ho dimenticato
        perché devo vestirmi
        e dove voglio andare.
        Composta martedì 22 dicembre 2015
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Rinvio su rinvio

          Che grande errore faccio
          a stare qui
          ad aspettarti,
          sapendo che sei tu
          che invece aspetti me.
          E lo sai che so dove sei.
          Ed è così facile trovarti.
          Sei ovunque io voglia.
          Sono io che non lo ammetto.
          Che grande errore faccio
          a non venirti incontro,
          anche se stai ferma,
          non hai fretta.
          È solo un rinviare
          che non può durare.
          Composta martedì 22 dicembre 2015
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            L'annodo confuso

            Mi rendo ridicolo.
            Faccio ridere gli altri,
            volutamente.
            Così la gente non mi fa stupide domande,
            costringendomi a risposte intelligenti
            che tradirebbero chi sono veramente.
            Ed anche per non stare a vedermi piangere da solo.
            Ma non mi viene sempre bene.
            Allora piango,
            perché niente mi fa ridere.
            E non ricordo perché mi capita di fare ridere gli altri.
            Composta martedì 22 dicembre 2015
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Notti da solo

              Se tu fossi nella mia testa,
              quelle notti che passo sveglio
              e mi scorre la vita,
              solo quella che pretende di essere ricordata,
              col suo peggio vissuto.
              Se mi vedessi al primo mattino,
              che non è mai un risveglio
              ma lo stare ancora sveglio.
              Se sentissi le mie forze
              sempre meno forti,
              e sempre più sole,
              ed il cuore
              stretto in un sacco
              fare un battito appena percettibile,
              stanco,
              che non vede l'ora di partire,
              da solo.
              Se anche solo per una volta tu ci fossi
              e vedessi,
              capissi,
              non mi chiederesti più di dormire accanto a me.
              Composta mercoledì 16 dicembre 2015
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Fine corsa oltre 31

                Dicembre ha sempre l'affanno.
                Sarà per questo
                che arriva ultimo nell'anno.
                Dicono che sia più lento
                forse per quel 31 che si dice pesi molto.
                E poi non si fa un giorno di riposo,
                neppure il 25.
                Deve sobbarcarsi un sacco di feste e di vigilie,
                di gente scontenta,
                o che ha speso troppo.
                Che ha poco da spendere.
                o troppo da pretendere.
                Dicembre però ha l'ultima parola sull'anno,
                e si prende anche un po' di gennaio,
                per togliersi dalle orecchie i frastuoni,
                per smaltire le sbronze degli altri,
                mettere a posto le cose,
                fare pulizia.
                E ricominciare a correre,
                in coda all'anno che verrà.
                Composta mercoledì 16 dicembre 2015
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                  Scritta da: Alexandre Cuissardes

                  Una sera a novembre, che i pensieri hanno vinto (la serie dei bicchieri)

                  C'è molta gente in sala.
                  Anche se il fumo mi impedisce di contarla.
                  Ci saranno anche dei ladri.
                  Meglio che tenga stretto il mio bicchiere.
                  Non posso farmelo rubare.
                  Fuori dal mio bicchiere
                  va tutto così male.
                  Composta martedì 15 dicembre 2015
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