Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Una risposta a chi giudica

Ci pensi a lungo.
Ed ogni tanto smetti di pensarci
per dirti che ci hai pensato anche troppo a lungo.
Poi torni a quel pensiero fisso.
All'inizio vai avanti
perché devi,
per chi ti è caro,
per te.
Per non sai cosa
o chi.
Poi vai ancora avanti
finché puoi,
finché non sai più
se puoi,
se vuoi,
ma vai.
Fino a quel "basta"
che si dice una volta sola.
Composta martedì 15 dicembre 2015
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Un pensiero con i gomiti sul tavolo (la serie dei bicchieri)

    È vero,
    ultimamente ho scritto troppo di bicchieri,
    ma se ne parlo è perché così li guardo vuoti
    e non li riempio.
    Se non bevo sono lucido.
    Posso pensare.
    Quindi posso usare la penna per scrivere,
    e riuscire a leggere nella mia scrittura.
    Si, sono lucido.
    Se invece bevo perdo lucidità,
    non penso,
    scrivo come se fossi un altro...
    ... Un momento...
    Ho sbagliato tutto.
    Non scriverò più di bicchieri.
    Tornerò ad usarli.
    Composta domenica 13 dicembre 2015
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Il sasso in mente

      Il giorno comincia con la notte.
      Passano le immagini,
      e vedo quello che non ricordavo,
      quello che non volevo vedere,
      o rivedere.
      Si rompe
      il sasso che teneva dentro la memoria.
      Tutto si squaglia,
      mi soffoca,
      mi affoga....
      Eppure non ero in acqua,
      ero disteso nel letto.
      ... Adesso sono seduto.
      E sudo.
      Gocce di acqua di mare.
      Composta domenica 13 dicembre 2015
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Una sera di sbagli, Knightsbridge

        La camera disdetta all'ultimo minuto.
        "Non è fare l'amore se siamo tristi".
        "E se poi ci addormentiamo,
        hai il treno al primo mattino
        e poi la nave".
        Oggi la penso in modo diverso:
        "fu un'occasione persa".
        E mi pento di essermi fatto sfuggire di bocca
        quel "tornerò presto",
        fatto poi diventare "mai".
        Io lo sapevo,
        forse anche lei,
        ma ce lo tenevamo dentro.
        Era l'ultimo dei segreti fra di noi.
        Mi turba il sapere che oggi
        che sono qui di nuovo
        non la cercherò.
        Io in qualcosa sono come allora
        sono rimasto a quel "tornerò presto"
        diventato un mai.
        Che così rimane.
        Le mie scuse erano in me da sempre,
        pronte.
        Oggi escono per l'occasione.
        "Avrà marito e figli".
        "È invecchiata, sarà molto diversa",
        "Non mi riconoscerà".
        E mi rivolgo col pensiero
        non ad una te
        ma ad una lei.
        E forse anche io non sono io
        ma un altro.
        Un lui che ripensa ad una lei
        che fu parte della vita di un altro.
        E conosce il loro ultimo segreto.
        Composta domenica 13 dicembre 2015
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Martedì mattina a Tintagel, Cornwall

          Ha un cielo nero,
          un cielo che tocca la terra.
          Un cielo nero
          come le scarpe della festa
          che in fondo alle mie gambe bevono la nebbia.
          Ho intorno l'Inghilterra.
          Alle spalle i pochi passi fatti
          lunghi negli anni,
          e sotto di me c'è così tanto mare.
          È tornare.
          All'Inghilterra delle promesse tradite.
          Quelle fatte davanti a me
          e quelle fatte ad un viso rabbuiato.
          Sera d'addio,
          davanti ad una birra chiara.
          Chiara come le mie scarpe da fuga
          di allora.
          Le stesse che ho sempre calzato,
          fino a ieri.
          Adesso sono in fondo all'acqua di Calais.
          Con i sassi dentro
          per non riaffiorare.
          Ha un cielo nero il canale.
          Quello che vedo di schiena.
          Quello dell'andata di troppi ieri fa
          e del ritorno di oggi.
          E quasi mi avvolge
          la mia nuvola di fiato
          e mi sta ferma davanti agli occhi.
          Succede,
          è novembre a Tintagel
          Ancora pochi attimi del mio benvenuto
          dato da solo
          e le mie scarpe da festa
          potranno portarmi dove meritavo di tornare.
          E sarà gioia,
          per le mie scarpe e per me.
          Ma non troppa,
          non sono abituato.
          Bentornato a una casa,
          mi dico.
          Composta sabato 12 dicembre 2015
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            L'acqua a pezzi e la notte a Venezia

            Arriva lenta,
            poca e stanca.
            Appare fra le due tavole di legno marcito
            si stringe per passare
            e subito diventa buia,
            l'acqua alla cavana.
            Si appoggia al muro
            e torna indietro.
            Di poco,
            come se sapesse di essere arrivata alla fine.
            Abbandonata dall'acqua madre
            già lontana nel canale.
            Si sofferma
            e lì riposa.
            Rumore leggero e ripetuto,
            un respiro preciso
            che ci posso contare il tempo
            con gli occhi chiusi.
            Farlo minuti,
            ore,
            una notte intera.
            Come stanotte,
            che l'acqua entra già buia,
            nera.
            Ed io
            finalmente non mi vedo più.
            Composta venerdì 27 novembre 2015
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              La breve visita

              Scese giù
              leggera
              a chiedermi perché piovesse.
              Io non avevo risposta,
              non vedevo mai piovere.
              Ne piansi piano.
              Perché vedevo sempre sole?
              Perché pioveva sempre?
              Tornai a guardarla.
              Portava veli azzurri,
              ma non addosso,
              al braccio,
              come panni da lavare
              o da far volare.
              Ed era nuda
              e bella.
              Indossava i suoi graffi
              quasi come tatuaggi.
              I miei erano diventati tagli profondi.
              Come me
              si voltò.
              - Tu resterai qui,
              legato alla tua croce -.
              Ed io strinsi di nuovo i nodi
              e lì rimasi.
              Composta venerdì 27 novembre 2015
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                I dubbi sulle parole degli altri

                Quando mi dicono che sono bravo
                penso che se lo fossi davvero avrei una pagella con tutti dieci,
                ma non ce l'ho.
                Solo in condotta ho dieci,
                e non è un vanto,
                è da perdenti.
                Quando mi dicono che sono educato
                penso che sia solo rispetto dovuto al prossimo,
                ma quando ci ho a che fare,
                col prossimo,
                mi rendo conto che troppo spesso non lo ricambia
                il mio rispetto.
                Quando mi dicono che sono affidabile
                penso che faccio ciò che si deve,
                che forse sono gli altri a fare poco,
                non io di più.
                Ma se invece che darmi tanto da fare
                prendessi un lungo respiro
                e vedessi intorno a me
                mi renderei conto che sono io sbagliato
                e che,
                forse,
                chi mi fa i complimenti
                o mi prende per il culo
                o mi vuole fregare.
                Composta lunedì 30 novembre 2015
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                  Scritta da: Alexandre Cuissardes

                  Località mulino piccolo

                  Nel mulino piccolo abitava un nonno
                  che aveva nipoti lontani.
                  Il mulino è ancora lì,
                  lui no,
                  ha un posto al cimitero,
                  vicino alla moglie.
                  Ai lati della porta del mulino
                  due panche di sasso
                  messe per accogliere chi passa.
                  Una vite americana vecchia di cent'anni
                  fa ombra alle panche ed alla porta.
                  Ma non c'è più il sole di una volta
                  e non passa quasi nessuno,
                  e chi passa ha fretta.
                  La curva del mulino piccolo è quella dove i sassi attraversano il fiume.
                  Di giorno
                  passaggio di serpi d'acqua.
                  La sera
                  passaggio di ruffiani,
                  sosta di guardoni.
                  È il posto per farci l'amore davvero,
                  quello in auto.
                  Non quello che si fa nelle ultime file al cinema a Bologna.
                  Ma non riguarda me,
                  non sono qui per questo.
                  Io volto le spalle a chi c'è,
                  a chi arriva ed a chi parte,
                  a chi guarda.
                  Io ho un amore nascosto in fondo al fiume.
                  È una piccola luce fra i sassi nell'acqua.
                  Appare solo la notte.
                  E solo a me.
                  Composta domenica 29 novembre 2015
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                    Scritta da: Alexandre Cuissardes

                    La lei che fu fatale

                    Vive nuda per casa.
                    Scende soltanto per le sue serate a invito.
                    Ospiti di rango,
                    vecchi ammiratori
                    che ancora la vedono con gli occhi dell'altro ieri.
                    Per l'occasione indossa i suoi capi migliori.
                    Si mostra
                    si nega.
                    Ritorna l'attrice.
                    Quella che è sempre stata
                    sulla scena come nella vita.
                    Ride,
                    sorride e recita,
                    è prima donna.
                    Solo a fine nottata le pesano un po' gli anni
                    ed entra nel dramma.
                    Ma stavolta non finge.
                    Si strappa le vesti per dieci minuti
                    poi nuda e incazzata
                    risale nelle sue stanze di zucchero.
                    Lascia da soli uomini e bottiglie.
                    Qualcuno,
                    a mattina inoltrata
                    porterà via bicchieri vuoti e cuori infranti.
                    Composta lunedì 30 novembre 2015
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