Scritta da: Angelo Michele Cozza
in Poesie (Poesie personali)
Ognuno fa i suoi viaggi
Attenta, oltre il vuoto che ti invade,
questo cuore non veduto ascolta
prima che sfinito salpi per l'eterno.
È passata, come parte della nostra vita
l'ora della tortura e delle acri parole
or muto e spento è il cratere d'ira
lontane son ceneri e fuliggini
sgombro di lapilli l'orizzonte;
al sicuro in questa tersa aria
esci dal rifugio e torna al sole.
Altro e nuovo tempo ti involi
con altro passo ripulsino le vene
un ineffabile t'afferri e ti regga.
Non vedi le divenienti
case di speranze che si stagliano
oltre quel che scorgi
che a tentati strappi
ancora intatta è la trama
e che alla pozza semivuota
altra acqua vi giunge?
Poche scintille di screzi
non possono bruciare un ceppo;
a qual fosti ritorna, amante
mutata da altro sapere aspettami
ti raggiungerò a tuo comando.
Se un alato dal plume ingrigito
si insacca in una rete e vi resta
se stanco di volare sceglie dove morire
non ti impaurire e accoglilo
qualche cinguettio pur udirai.
È questo voler essere con te
in un angolo di luce
il voto che ancor mi nasce nel petto
se da pellegrino ti raggiungo
e hai fede non rifiutarlo
basta dibattersi tra il qui e là
tra rinvenimenti di luce
e tenebre d'orgoglio
vivere di respiri di oscurità
qual dèmoni incarnati.
Di serenità avvampati
in pace ritroveremo un aspetto
con cui mostrarci al mondo
non divisi, ma anima indivisa,
che compie due destini.
Non ucciderti né uccidermi
nello stupore di amare
troverà un premio il cuore
prima dell'ultimo schianto
qualcosa sosterrà due vite.
Ognuno fa i suoi viaggi:
chi per i paesi del mondo
chi nel cuore di un altro
solo i ciechi di natura
possono non aver visto nulla.
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