Ancor prima che in mare il sole cali lato ponente al loco di preghiera siamo, assai tremante io e con l'alma nera pei pensier che senno stipa suoi annali.
Due stanze superiam da volte ovali, ed ecco a noi d'innanzi donn'austera indosso grembiule da cameriera guidaci a piedritti monumentali.
In stanza scarsamente illuminata è suor Teresa dal lungo talare supplice innanzi all'Immacolata.
Al calpestio dei lenti nostri passi, a braccia aperte e tono familiare: Quale l'affanno che vi rende lassi?
E dei sinceri giochi di bambini fummo e lei e io ingenui compagni così crescemmo un poco birichini tra i campi a nascondino tra i castagni.
Quando cresciuti, un poco, più grandetti ci ritrovammo a scuola, fanciulletti, poi giovinetti ancora tre anni fummo e altri cinque poi assieme viaggiammo.
Così finisce lei ciclo di studio mentr'io m'avvio in verso l'ateneo, gode ella del lavoro già il preludio ignara dal sapere ch'avrà gran neo.
E sposa e va più in là, oltre confine, rigonfio cuore di speranza e amore, animo sincero, gentile e fine lungi pensar di perdere l'onore.
Ma l'uomo ch'à, di pietra tiene cuore ch'appen che luce vede primo fiore con la minaccia a lei la strada impone dopo strenua lotta ed aspra tenzone.
Così la trovo là, in ginocchione smunta da duol, piangenti gl'occhi, racconta lesta sua maledizione, m'affida per sua bimba due balocchi.
Domani non sarò, figliola cara, deposta giacerò nella mia bara ma veglierò su te dal Paradiso onde i miei pianti sian per te sorriso.
Aspetta, Pupa mia, teco son pur'io, aspetta qui, un poco, il mio ritorno che certo mi ha mandato il gran buon Dio, vedrai, doman sarà diverso giorno.
Quando che fui coi militi di torno stesa la ritrovai immersa a sangue, nel biglietto è scritto: Il cuore langue, meglio l'onore, figlia, che l'inferno.
Potrai guardare dritto negli altrui occhi ch'onor per frutto lascio e due balocchi.