Poesie inserite da Nello Maruca

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Scritta da: Nello Maruca

CV

Cinque lettere abbiamo già inviato
e nessuna risposta ricevuta,
Peggio: Manco missiva loro è venuta;
qualcosa di grave è certo capitato.

Fattaccio luttuoso è trapelato:
Un generale da favella muta
avverso l'Assemblea ch'è in seduta
coll'armi, del potere s'è impossessato.

L'esercito, in toto, è ammutinato
e nel Paese intero è coprifuoco
e ogni discorso inverso è censurato.

Parrebbe che il nostro Consolato
Ha informato le Autorità del grave peso
Ch'ancora su Argentina s'è calato.
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    Scritta da: Nello Maruca

    CIV

    Il dì di poi, nel primo pomeriggio,
    anti lo spiazzo del casato antico
    la conosciuta voce d'uomo amico
    lenta strascica il solito messaggio:

    Mi tocca visitare l'altro villaggio:
    stanco son'io che pria alba già fatico
    perciò lascio la busta sotto il portico
    e corro ad affrontare l'altro viaggio.

    Sono gli zii che danno chiaramente
    l'intenzione d'essere per ottobre
    a vivere con noi costantemente.

    Trema la mamma come fosse in febbre,
    invece il cuore trabocca d'allegrezza
    e l'ansia si dissolve nell'ebbrezza.
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      Scritta da: Nello Maruca

      XCVIII

      Capisco e mi convinco del bel dire
      Ma mentre forte il cor nel petto batte
      e lo cervello in teschio si dibatte
      Sarebbe veramente grand'ardire

      Pensare di potere rotta invertire.
      Qual'onda ch'avanza e a riva sbatte,
      s'infrange, si riforma e poi risbatte
      così dentro lo corpo tutt'è un sentire.

      Lo pensiero segna rotta dedotta
      e mai da quella si discosta e inverte
      e là, dove diretto, solo là finisce.

      Fabbro incute a ferro botta su botta
      e nello stesso posto sempre colpisce
      finché a suo modello lo converte.
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        Scritta da: Nello Maruca

        XCVII

        Tristi pensieri t'affollano la mente
        e in sofferenza sei da diciott'anni
        quanto contavi allora, in quegl'anni
        quando fortuna segnotti tristemente.

        La Morte non colpisce casualmente
        Nemmanco prepone i grandi danni
        ch'apporta, colpendo nei verd'anni.
        Fors'è nel giusto ma per noi vilmente.

        Non possiamo, seppur nel malcontento,
        che fare reverente inchino a mala sorte
        e conformarci allo trist'evento

        perché la vita di chi in vita resta
        per quanto dolente dell'acerba Morte
        necessita governi cuore e testa.
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          Scritta da: Nello Maruca

          XCVI

          Sull'uscio dell'antico, grande caseggiato
          la genitrice in devota attesa resta;
          la faccia dolce genuina e mesta,
          stringe al petto il figlio amato.

          Stanotte un brutto sogno m'ha svegliato:
          s'era nel mezzo d'una gran tempesta
          e tu smarrito in immensa foresta.
          Anelavi aiuto e io non l'ho portato.

          L'alma t'avrei donato ma non ho potuto
          che d'improvviso mi son'impigliata
          in alto cespuglio di spine cornuto.

          Tu strillavi, piangevi, mi chiamavi
          mentr'io mi dibattevo, sono cascata
          in una gola nera e tu, bruciavi.
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            Scritta da: Nello Maruca

            Fanciulla

            Par voglia entrare tu pria ancora
            che scocchi l'ora al tempo dell'amore,
            d'esso a scoprire passione e ardore
            lasciando primeggiar l'ingenuo core.

            Alla tua etate, bambola, son sogni
            ch'anno parvenza di sincero affetto
            ma spine, tosto, sono, poi, in petto
            avverso sentimento nobile ch'agogni...

            Fermati pria che tardi ancor poi sia,
            non dare sferza a tempo che già corre,
            sii pulit'acqua che a ruscello scorre
            lenta, cristallina: tale tua puerizia sia.

            Non si può dire a notte: Corri ch'io giorno
            rivoglio che risposta sola essa darebbe:
            Colui che pria mi fece e poi mi crebbe
            lo tempo dell'andar ridona a torno.

            L'acqua che scorre da montagna a mare
            spumeggiando serpeggia infra pietrame
            e sponde e, se corso ha deviato infame,
            dritta prosegue e va, comunque, in mare.

            Fanciulla, indi, da retta via non deviare
            che pur se cammino par più lungo e storto
            è, invece, il più diritto e lo più corto
            e consente al proseguir lo dolce andare.

            Non precorrere il tempo, lascia che passi.
            Parti ch'è fermo ma corre a lunghi passi.
            Verrà lo giorno che aprirai lo core
            per consacrarlo al tuo unico amore.

            Saltando, fanciulla, non si tocca luna
            e nelle lande perisce bionda e bruna...
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              Scritta da: Nello Maruca

              LXXV

              In clima disteso quant'austero
              Susseguonsi incessanti le lezioni,
              unanime dei docenti l'intenzioni
              inculcare il massimo pensiero.

              Una voce in aula per orario intero
              Spinge le menti in propulsioni
              canco pare a volte costrizioni
              calcando inverso stesso sentiero.

              Si dice di Machiavelli e Ariosto,
              di Tasso biografia, opere eccelse
              inserendo Galilei al giusto posto.

              Arcadio e Metastasio, vita e morte,
              Parini, Alfieri e quanto a essi valse
              Trovarsi a propalar in una corte.
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                Scritta da: Nello Maruca

                LXXIV

                Due giorni son trascorsi in congettura,
                ora comincia di già la lezione;
                sarebbe dannoso darci a conversazione
                che già si è al terzo giorno d'apertura.

                Tutti i docenti son d'alta statura
                Formati in speciali centri di selezione,
                aperti sono a ogni spiegazione
                e danno certezza d'istillar cultura.

                Quattro, quest'oggi, le ore di lezione:
                Italiano, storia, greco e latino;
                domani avremo, invece, orario pieno.

                Ogni lezione sarà dissertazione
                Chè non conseguirete un diplomino
                Ma prova d'eccellenza avrete appieno.

                A parlare è il magnifico Austino
                Professore di greco e di latino.
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                  Scritta da: Nello Maruca

                  LXXII

                  Aperti i battenti della grande
                  Scuola, tal è per suoi interlocutori
                  Egregi da sempre precursori
                  e loro interessar in alto spande.

                  Il primo dì in presentazion si spende
                  Di vecchi compagni quattro ne son fuori,
                  due bocciati e due con nuovi tutori.
                  La lezion non sosta, domani riprende.

                  L'ore son passate chiacchierando
                  tra i due professori nuovi aggiunti
                  per far tra loro e noi conoscenza.

                  Domani inizia, però, la vecchia usanza,
                  non presentazioni né ragionamenti
                  ché il programma va già snocciolando.
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                    Scritta da: Nello Maruca

                    LXXIII

                    Come quando una notte senza stelle,
                    buia, e l'oscurità regna sovrana,
                    fa capolino spicchio d'immortale luna
                    donando luce a mare, cielo e colle.

                    Il mondo non ha di luce cose più belle,
                    sol'essa n'omaggia la pupilla umana
                    e ogni cosa senz'essa è cosa strana,
                    così com'essa, pur voi siete faville.

                    Di questa Scuola voi siete l'orgoglio,
                    se senza sarebbe come lo cielo
                    mancante di luminosa stella.

                    Perciò quest'anno tutti in gamba voglio,
                    toglietevi d'innanzi ogni qual velo
                    ch'offuscasse le sveglia vostre cervella.

                    La quarta classe è preludio al dopo,
                    è ante porta di maturità formata
                    ch'appresso a questa si tiene superata
                    la quinta che raggiunge, poi, lo scopo.

                    Avrete i professori al vostro fianco
                    E io, preside, ci sarò puranco.
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