Madonna santa, zii, quanto danaro, toppo lo slancio che per noi tenete, tutto quel date, tutto lo perdete che sol lo nostro cuore restavi caro.
Con noi, figliola, il Fato non fu avaro Che quando le nostr'alme eran'inquiete In quella Terra immensa, senza mete Luce ci illuminò più d'un gran faro.
Senza un giaciglio, senza la famiglia, senza una casa, senza un focolare stetti quaranta dì sopra la paglia.
Poi incontrai, per caso, la Sisina Quando la mandria ero a pascolare Indi, fu luce da quella mattina.
Così seguita a parlare lo zio Gianni Con guardo in cielo fiso e mani tese, La voce ferma, umile e cortese. Dona o Dio, al nostr'amato Vanni
Nel prosieguo di studi e di suoi anni, in quelle che saranno le sue imprese il Tuo timore e il bene Tuo palese e viva nel Tuo rispetto, tra gl'affanni.
Una mano tende al giovincello Altra la dona alla nipote Tina: Ciascuno nella vita ha il suo fardello.
La zia Sisina e io, figliolo bello Vogliamo dare a voi, questa mattina Dono da costruire un vostro ostello. *
Ancora quattro mesi qui resteremo Quel di giugno, luglio, agosto, settembre Che tal altrove il clima non è salubre Fortun chanco darem l'aiuto che potremo.
Noi due casa e verziere accudiremo Dimodoché vostre menti restan sgombre E non tormento abbiano di lor'ombre, paghi ancor noi per quanto faremo.
Quant'all'impiego di maggior durezza Cercate tosto bifolchi esperti Che lo compenso loro è nostra cura.
essi opranno tutto con destrezza Tutto cosa condurranno sicuri e certi E abbrivio terrà per certo la coltura.
Voi non avete più che operare Ma sol'indirizzare e controllare.