Febbre di vivere


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...piume, pietre dure e quant'altro. Nell'armadio una ventina di parrucche, dai diversi tagli e colori, erano diligentemente appoggiate su testine di ceramica bianca.
Su un pianale, mascherine a forma di gatto, leone, uccelli piumati, fiori esotici, eccitavano lo sguardo di chi le ammirava. C'era anche una serie infinita di occhiali, di tutte le forme, di tutti i colori. Il maresciallo, scosso da quanto stava osservando, era intervenuto per difendere la memoria di Ginetta. "Non dite sciocchezze. Qui ci abita una squillo pazza, probabilmente la maestra le ha affittato la villa senza sapere il suo mestiere. Per l'amor del cielo, lei era una ragazza così schiva, così modesta, così seria. Sono dieci anni che la conosco!". Dopo avere raccolto quanto trovato, per portarlo al laboratorio di analisi, si erano spostati nella stanza da letto. Le pareti erano curve, in vetro satinato, il letto rotondo. Sul comodino; un cilindro d'acciaio; una scatoletta di tranquillanti, una piccola scure, affilatissima, e un cellulare... l'oggetto tanto cercato. Il maresciallo l'aveva sollevato e passato all'agente della scientifica. "Finalmente troveremo qualcosa: circa venti nominativi, tutti maschili". Il maresciallo sbirciava, ma non conosceva nessuno.
"È tutta gente di fuori, nessuno di questi abita in città. Datemi retta, qui ... [segue »]

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