il figlio del destino
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...di bagnato, proveniente dalla strada, inebriava la camera. La mia mente, sebbene assonnata, correva instancabile sul come pianificare i programmi della giornata.
Gli stessi movimenti da automa, tipici di quell'ora, ed ero già di fronte allo specchio a chiedermi se quel segno sul viso fosse una piega causata dal cuscino o da un'inaccettabile ruga.
Ecco, il nuovo giorno iniziava con uno dei più grandi interrogativi esistenziali!
Il traffico iniziava a dare i suoi primi inequivocabili segnali di nevrosi, lasciando presagire un'altra giornata frenetica. Il "rito di iniziazione" era il solito: due chiacchiere con Biccio, il mio edicolante, un caffè dalla bella e imperturbabile Sonia e poi iniziare la caccia al tesoro: il ritrovamento dell'auto, parcheggiata chissà dove.
L'attesa, questa volta, del ritrovamento non è stata lunga e lascia presagire buone cose, piccoli segnali scaramantici del tipo "non è vero ma ci credo".
L'aria fresca della notte bagnata dalla pioggia, ha reso il clima dell'abitacolo una specie di foresta tropicale. La radio sta terminando la mia canzone preferita: chissà perché accade ogniqualvolta ci si mette in auto ed il motivo della musica va dissolvendosi, coperta dal volume incontrollato della stupida pubblicità del momento!
Il traffico è il solito ed il mio sguardo si ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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