il figlio del destino
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...mai trovato il vostro cellulare quando vi occorre veramente, a meno che non decide di mettersi a suonare?
Entro in ufficio e Carla, mia fedele collaboratrice, mi viene incontro col sorriso di sempre, accompagnato da quel suo sguardo indagatore per cercare di capire se le conquiste del fine settimana hanno dato buoni frutti e quindi lasciar ben sperare per i pochi giorni a venire. In verità le conquiste le avevo, o mi avevano, abbandonato da molto tempo.
Ero stanco del corteggiamento, di quelle frasi di circostanza intrise di frasi inutili, ma soprattutto non sentite.
La cosa strana era che questi periodi, da me soprannominati di Quaresima, erano preludio di intense attività sentimentali future. Eppure questa volta non avvertivo nulla se non una sensazione non ben definita che non riuscivo a spiegare. Uno stato d'animo non da depresso, ma di colui che avverte che qualcosa potrebbe piombargli sulla testa da un momento all'altro.
Il trillo improvviso del telefono della scrivania irruppe violentemente nei miei pensieri riportandomi nella quotidianità di quell'ora del mattino.
"Una signora chiede di lei, non mi ha voluto dare il suo nome. Ho intuito però che deve conoscerla proprio bene", il tono di Carla era sibillinamente malizioso.
... a ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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