il figlio del destino
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...lentamente all'uscita.
Quasi fatta, ma le porte automatiche, quel mattino, avevano un problema e non si aprivano. Alberto vedeva nuovamente avvicinarsi il "nemico".
Poi, come per miracolo, le porte si aprirono e subito verso l'ascensore che, ironia della sorte, era fermo per la manutenzione.
Le vecchie scale erano l'unica soluzione possibile, anche se dodici piani non erano pochi da fare, soprattutto quando si ha fretta.
Le lancette dell'orologio come sempre impietose ed erano già trascorsi tre quarti d'ora ed Alberto non sarebbe riuscito mai a raggiungere la Stazione in solo 15 minuti!
Aria, libertà, ora Alberto era in strada. L'auto, alla vista del suo padrone, sembrò meravigliarsi e parve ringraziarlo con una partenza da formula uno.
La telefonata con Luisa si era svolta così velocemente che Alberto non aveva neppure avuto il tempo di chiederle il numero del suo cellulare. Non restava che sperare che lo chiamasse lei. Ammesso che avesse avuto il numero.
Quella di Alberto e Luisa fu una storia strana, indefinita. Di certo intensa, sicuramente vissuta con tanto amore, indescrivibile.
La conobbe casualmente a casa di amici.
Lei, attorniata come al solito, da una frotta di corteggiatori che, come solo una certa categoria di uomini sa fare, ce ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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