il figlio del destino
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...questo punto, Alberto Visconti, il protagonista, mi chiede di parlare di lui in terza persona e mi prega di farlo con l'accuratezza del caso. Questa è la storia, la sua storia, non di chi la sta ora trascrivendo... anche se potrebbe essere, forse, la vita di ciascuno di noi.
Alberto non era avvezzo a rispondere al telefono senza sapere chi si trovasse all'altro capo del filo.
Per questo motivo stava quasi per rispondere di non passargli nessuno quando, inconsciamente, attratto da una strana calamita mentale, rispose:
"Va bene".
"Ciao Alberto, sono un po' di anni che non ci sentiamo, vero?".
La sua voce era calda, ferma, non lasciava trasparire alcuna emozione. In effetti erano trascorsi quasi venti anni dall'ultima volta che si erano visti, sentiti, amati.
"Ciao Luisa, tutto bene?" Chiese col tono di colui che l'aveva salutata un'ora prima. Succede, anche questo accade. La sensazione fu strana, forte, un vero colpo al cuore. Di quelle che ti fanno avvertire immediatamente un dolore ai reni lungo la parte bassa della schiena finendo col provocare un leggero tremolio alle gambe, accompagnato da un leggero formicolio.
È proprio vero, a volte certi amori non passano mai, covano nell'anima come la cenere immediatamente pronta ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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