il figlio del destino
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...mi sono fatta indicare il tuo soprabito e avendo compreso che non sei così previdente come vorresti far credere, sicuramente ci avresti lasciato le chiavi dell'auto".
"Cosa intendi per previdente?"
"Voglio dire che se una persona, per errore, scambia il proprio soprabito col tuo, si tira dietro tutto quello che hai, compreso le chiavi dell'automobile. Devo ripetere nuovamente e lentamente la lezione?" La sua risata di Luisa fu la logica conclusione di fronte a quell'analisi sorprendentemente spiazzante nella sua naturalezza.
Alberto rimase senza parole, in lui stava per subentrare la consapevolezza dell'affascinante pericolosità di quella donna.
Era rimasta seduta al posto del passeggero, di fianco a quello di guida, e con un gesto della testa invitò l'uomo a riappropriarsi del suo veicolo.
Alberto non si era mai sentito così impacciato.
"Sono all'Excelsior, grazie", rispondendo a una domanda mai rivolta mentre Alberto stringeva forte a sé il volante della sua auto, preso dalla paura di perderla nuovamente. O forse, come unica ancora di salvezza.
L'auto partì lentamente, a passo d'autista.
Tutto improvvisamente si era attutito, i rumori del traffico erano spariti, perfino il rombo del motore si era reso complice di quella situazione.
La luna si era guadagnata un posto in prima ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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