il figlio del destino
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...questa l'origine della perversione? Tra oceani e stretti canali? Chi può dirlo, ma soprattutto chi sa dirlo?
Il vocìo sempre più intenso preavvertiva che Trastevere non era lontana. Sembrava che da lì a breve si trovasse il Paradiso, accompagnato da una chitarra e da una squillante voce.
Si sedettero ad un tavolo che pareva avesse le gambe di Fred Astaire, tanto le sue gambe ballavano e la cosa fu davvero divertente per Alberto e Luisa.
Poco distante, lo scrosciare dell'acqua di un'antica fontana ristorava mente e cuore, in attesa di un angelo che portasse anche da mangiare. La bellezza, la classe ed il fascino di Luisa non potevano passare inosservati. Seduta, come una regina, di fronte ad Alberto ma con la postura di un leone pronto a scattare.
La scena improvvisamente si dissolse ed una voce, fuori campo, lo fece ripiombare nella tragicità del momento.
Il lenzuolo bianco gli ricordò dove si trovasse mentre lo sguardo di un uomo pareva chiedergli se fosse pronto per il riconoscimento. Fu un attimo. Alberto avrebbe desiderato più tempo per prepararsi psicologicamente ma forse per certe cose il tempo non basta mai. Non si è mai pronti. La sua bellezza era rimasta intatta ma una ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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