il figlio del destino
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...lei il suo consenso. Ci fu. Volarono via sulle ali di una immensa quanto inattesa felicità.
"Bravo, Alberto - osservò compiaciuta - a volte la felicità si nasconde in strani meandri. Noi stasera, staremo bene con poco. Qualcun altro starà bene avendo ricevuto molto. Eppure non sempre si comprende che per stare veramente bene si ha bisogno di molto poco. Vogliamo, cerchiamo tanto, senza renderci conto che è proprio quel tanto che, alla fine, ci priva di tutto. La felicità è fatta di momenti. Rincorrere quella eterna sarebbe sbagliato, anche perché non esiste. Se così non fosse perderebbe la sua essenza e smetterebbe di essere tale. La serenità fa più bene della felicità. Serenità, è questa la vera medicina del nostro spirito. Con essa possiamo anche permetterci il lusso, qualche volta, di essere felici".
Luisa aveva compreso bene come mettere al tappeto il povero Alberto!
Dolcezza e arroganza.
Due armi che usava in apparente contraddizione ma che donavano al suo essere una grande personalità.
La serata era mite, come solo a Roma può essere, la calda e fioca luce della luna li guidava tra larghe vie e vicoli intrisi da oscuri labirinti. A Roma l'odore della Chiesa ovunque perversa. È forse ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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