il figlio del destino
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...Si sentiva molto emozionato e la paura di non vederla, che non avesse accettato quel suo inusuale invito lo rendeva particolarmente fragile. Si sedeva e si rialzava continuamente dalle poltrone dell'enorme salone. La sua ansia non passò inosservata ai pochi presenti falsamente indaffarati.
Iniziò a guardare i quadri ma nessuno lo entusiasmava quanto il suo. Gli capitava spesso di creare queste provocazioni per avere conferma della qualità del suo dipinto. Le lancette dell'orologio, intanto, segnavano le 20,04. La paura che non la vedesse comparire, si stava impossessando dei battiti del suo cuore. Decise di aspettare ancora qualche minuto e poi di porre fine a quell'atroce sofferenza. Ma in quale modo?
"Salve!" Un abito rosso fuoco avvolgeva un corpo di donna che non la rendeva di certo umana. Una generosa scollatura accoglieva parte della sua chioma bionda, come granturco tra ondulate distese d'oro accarezzate dal vento del tramonto, poco prima del buio. Un sorriso smagliante, un profumo discreto quanto intenso sembrava contorcersi tra quelle lunghe e parlanti pieghe del corpo. Un gioiello soltanto, forse due ma di grande pregio, di assoluto valore. Luisa era lì, di fronte ad Alberto.
"Allora, si parte?" Rompendo con insolita malizia quell'incantesimo che aveva creato con ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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