il figlio del destino
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...quanto grande fosse il mio amore per lei. Domani lei partirà per un lungo viaggio ed io potrei non rivederla mai più. Se solo sapesse quanto io l'ami!"
Il responso, racchiuso in una frazione di secondi, parve durare un'eternità.
La donna iniziò a guardarlo in modo strano. Si tolse i pesanti occhiali dal naso lasciando sulla sua gobba, un solco che sembrava tracciato da un aratro.
I suoi occhi erano totalmente immersi in quelli di Alberto, come a cercare un'ultima prova. I suoi piccoli occhi cristallizzati da una cataratta mal curata, andavano lentamente illuminandosi.
Una smorfia, un sorriso mai saputo esternare in quella sua triste vita, provocò un movimento impercettibile della testa. Le braccia iniziavano a muoversi e, come due grandi leve, spingevano le sue mani verso quelle di Alberto. Le dita sfiorarono le sue ed Alberto ebbe un sussulto. All'improvviso avvertì, al tatto, qualcosa di strano: erano i biglietti!
L'istinto fu quello di baciarla ma, la donna, intuendo la buona intenzione, si allontanò immediatamente riacquisendo immediatamente il suo carattere burbero.
Un enorme mazzo di carciofi con una prestigiosa rosa Baccarat al centro, creava un incredibile contrasto. La regina dei fiori aggiunse i due biglietti per il teatro, sperdendoli tra le foglie ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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