Scritto da: Bartolo Fontana

il figlio del destino


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...un po' contorta di giocare col destino. Alberto era anche questo.
La mattina seguente si alzò di buon'ora e si diresse, con passo da atleta, al mercato. Una delle centinaia piazze di Roma, all'ombra di un caldo sole primaverile a Campo dè fiori, tra un tulipano e una rosa, troneggiava un fruttarolo simpatico quanto buono con una moglie talmente grassa che una balena, a confronto, avrebbe potuto fare la modella.
"Bongiò, sora Gina" rivolgendosi bonariamente alla donna.
"Dottò, che famo?" Lei, di rimando, con aria sorniona.
"Vorrei un fascio di carciofi, ma di quelli belli veramente, m'arraccomanno".
"Ma quanti siete? Così me regolo", chiese la sora.
"Se tutto va bene saremo due" rispose col solito tono scaramantico.
"L'amore a voi ommini nun ve dovrebbe cambià mai. Partite che siete tutti poeti, quanno turnate siete più stronzi de prima! Vero, dottò?".
Più che una domanda, il sapore era quello di una sentenza ed Alberto si guardò bene dal ribattere.
L'abbracciò con gentilezza e si avviò dal fioraio di fronte. Paola, la regina dei fiori, aveva un piccolo buco ma che col suo gusto era riuscita a trasformare in una reggia. Da qui il soprannome. Buon gusto, eleganza, ricercata nell'abbinamento dei colori,... [segue »]

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    Scritto da: Bartolo Fontana

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    Davvero molto piacevole,potere rileggere,questa bellissima storia.Buona serata! caro Bartolo,da Franca Conti.
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    Ciao, cara Franca!
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    Il commento era il mio,caro Bartolo. Sono Franca Conti.
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    Grazie a te anche se, purtroppo, non compare il tuo nome. Ancora grazie!
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    È davvero molto piacevole rileggere "il figlio del destino"Grazie! caro Bartolo,per questo bellissimo regalo.

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