La Bella e la Notte
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...sogni alle strade della quotidianità, non avrei sempre potuto scrivere di nottate luminose e bellezze affascinanti; erano in agguato, nascoste dietro i cartelli stradali con le indicazioni dei vari svincoli, le faccende più buie, oscure, nere, in cui l'animo umano fosse stato capace di infilarsi. Frattanto il sole, stanco della giornaliera fatica, si preparava a ritirarsi; il tramonto incombeva, ed i pescatori nelle barche si affrettavano a tornare in porto. Le facciate in pietra dei palazzi sul Lungomare assumevano un fugace color ocra, compresa la facciata del Jazz Club, che si trovava proprio all'incrocio tra il Lungomare e la strada che...
Al Jazz Club, all'angolo tra il Lungomare e la strada per il centro, si esibiva ogni notte una misteriosa cantante; sui cartelloni all'ingresso era scritto a caratteri cubitali il suo nome, Isa "Tinatarner" Bella.
Il nomignolo Tinatarner ritengo le fosse stato affibbiato per via dell'acconciatura, una selva straripante ed aggressiva, che poco si addiceva a quella sfuggente e delicata creatura. Una selva talmente rigogliosa da accerchiare del tutto il microfono, dietro cui il volto dell'eterea cantante finiva così per scomparire. Ma la sua voce, essa no!, no che non scompariva, nemmeno all'alba, quando abbandonavo il locale per rincasare. Anche ... [segue »]
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