La Bella e la Notte
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...si dipanava nell'aria satura di fumo e liquori. Le melodie risalivano e discendevano - scale (musicali) percorse a perdifiato-, io scendevo e basta; dovevo rimontare - che diamine-, almeno recuperare qualche posizione, invertire la direzione degli eventi, il corso della mia esistenza, puntati inesorabilmente verso il basso - non lo strumento, verso il fondo, voglio dire-.
Se girano gli accordi dovrà pur girare la fortuna, no? Restava da capire come propiziarmela, la sorte, e come ingraziarmi il cielo, le stelle, e tutti i pianeti dell'universo, caso mai si stessero dimenticando di me; come fare? Occorreva un'idea, l'idea giusta. Un intervento, un'aggiunta, una protesi, ecco cosa mi serviva; avrei potuto indossare (a mo'di parrucca) il copricapo dei pellerossa, che i Grandi Capi Indiani portavano nelle occasioni solenni, il casco di piume d'aquila dalla fronte alle spalle, le stesse piume variopinte e rigide, con la punta nera all'insù. Oppure avrei potuto indossare la chioma cotonata, modello anni'70, di Napo Orso Capo, il cartone animato di quando ero piccolo. Insomma, era necessario agghindarmi con una decorazione voluminosa e colorata che facesse notare alla "Tinatarner" del Jazz Club la mia presenza; a quel punto affine alla sua, per via della comune capigliatura fluente e ... [segue »]
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