La Bella e la Notte
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...posto dei crateri-, che perdeva quota e s'abbassava, avvicinandosi ai tetti dei palazzi - gl'interni illuminati-, una sfera priva di tensione, senza più vitalità. Da un momento all'altro si sarebbe afflosciata sulla città come un soufflè riuscito male, a meno che un dirigibile non l'avesse agganciata, e riportata in alto, nel blu della notte; miracoli dei mezzi di trasporto, di cui ci avvantaggiamo anche noi, miseri esseri (vagamente) umani. L'avevo notata, la luna malata, sollevando lo sguardo, oltre la volta in plastica trasparente del Jazz Club, e ne ero stato intimorito; osservava da vicino ciò che combinavamo noi individui, occhiuta ed attenta, nessuno avrebbe potuto dire "no, non è vero, non l'ho fatta io, 'sta roba... ", nessuno sarebbe sfuggito al suo giudizio severo, ma giusto. E tutti avremmo risposto delle nostre malefatte, piccole e grandi. Isa Bella era assente, quella notte, dal jc; era impegnata in una missione che, avrei saputo in seguito, le stava molto a cuore: salvare il mondo dall'inquinamento, un appestamento, cui era soggetto il globo, tale che ne sarebbe uscito con le ossa rotte nel giro di pochi anni, a sentir gli scienziati. Ossa rotte, forse, per sempre, tanto da non riuscire mai più a ... [segue »]
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