Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte


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...dal mio studio, per non ritornarvi più. Macinavo'sti biechi pensieri, con lo sguardo fisso su una ragnatela all'angolo del soffitto, il rumore del traffico dell'ora di punta serale che riempiva la stanza, quando vidi la maniglia della porta - che si trovava di fronte al mio tavolo - girare, e la porta stessa aprirsi, spinta dall'esterno. Due individui, giacca grigia sulla camicia bianca, il nodo della cravatta allentato al collo, si fecero avanti, per piantarsi dinanzi alla mia scrivania, con le gambe larghe e le mani ai fianchi.

Che i due fari, quelli al largo della baia, fossero venuti sin nel mio studio, a prelevarmi di persona?, così, per evitarmi il fastidio di arrivarci da solo, dalle loro parti; uno infilò la mano destra all'interno della giacca, temporeggiando qualche secondo, non riuscendo a trovare subito ciò che cercava. Attimi eterni, mi sono sentito ghiacciare il sangue nelle vene e rimbombare la testa, un canyon che amplificava l'eco dei proiettili che costui era sul punto di esplodermi contro, una volta trovata la pistola e puntatamela alla fronte... Invece..., invece no; l'uomo in grigio estrasse un tesserino del Ministero degl'Interni e me lo sventolò sotto il naso; "siamo agenti dei Servizi", furono ... [segue »]

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    Scritto da: Pino Conte
    Riferimento:
    Racconto inedito

    Commenti

    3
    postato da , il
    Complimenti...
    2
    postato da , il
    :)
    1
    postato da , il
    che bello il tuo racconto

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