La Bella e la Notte
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...illustrare uno sfascio che richiedeva una generazione, solo per rimettere i conti in equilibrio; la consulenza mi fu retribuita, ma giuro che li avrei pagati io, di tasca mia, quei due agenti degli Affari Interni, perché fossero venuti qui, a rendersi conto del fallimento che aveva travolto una città definita ancora, malgrado tutto, "Capitale dell'Acciaio".
Una voragine non limitata ai soli buchi senza fine di bilancio, ed alla massa gigantesca dei debiti - di cui avrebbero risposto le tasche dei singoli cittadini-, ma estesa alle potenzialità di ripresa, che non si intravvedevano neppure col cannocchiale astronomico. Ne avessero riferito, a Roma, i due agenti dell'Interno, con tutta la dovizia dei particolari da me loro riportata, perché la Capitale avesse salvato il Comune - se ancora possibile-, ed avesse colpito chi l'aveva precipitato - senza responsabilità, senza pietà - in un buco nero che se non raggiungeva il centro della terra poco ci mancava. E di colpirli, i responsabili dello scempio, era ancora possibile di sicuro.
Pochissimo ci mancava che ci restassi secco, a rivangare tanto schifo: per i due Ministeriali poteva suonare intrigante, perfino piacevole, sentirsi raccontare tanti elementi, tanti indizi, con annesse deduzioni e connesse ipotesi, un rotolo di ... [segue »]
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