La Bella e la Notte
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...la frenesia del grillo, e ne percorreva la pedana con la leggerezza della gazzella; contraeva un bel fiatone, così facendo, fiatone che riversava nel microfono, e che dava alle sue interpretazioni ulteriore mordente.
I pezzi che cantava la "Tinatarner", in quella puntata di sceneggiatura intessuta - senza fine - al Jazz Club, non erano semplici brani musicali; erano miscugli esplosivi di emozioni, "cocktail" superalcolici al batticuore, che la Bella serviva senza ricorrere ai vassoi d'argento del locale, che giacevano avvolti in panni di rigida stoffa rossa con la sigla - "jc" - ricamata all'angolo. L'andirivieni, nella sala, era sostenuto, e mi faceva sfilare sotto il naso gli esemplari più disparati di simili; l'occhiata malandrina finiva per cadere, fatalmente, sui simili dell'altro sesso. La fauna femminile era varia e variopinta, accomunata dalla cura con cui aveva provveduto alla messa in tiro dell'abbigliamento: minigonne vertiginose e "decolletè" a strapiombo, per il gentil sesso.
Il Club era una gravina, quella notte, crepacci a destra ed a manca; gli unici in cui non ti sfracellavi, se ci finivi dentro. Con le dovute eccezioni, come sempre; una coppia di scoscendimenti morbidi e voluminosi - ottimi per farci la discesa libera con gli sci-, espressi da ... [segue »]
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