La Bella e la Notte
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...e riposata, trascorrere le notti cantando al jc: era la sua cura di bellezza, la ringiovaniva, le imprimeva un tempo eternamente giovane sul viso.
Risplendeva, stella nelle tenebre, primadonna nella massa di comparse, mentre nottambuli, tiratardi, perditempo, suoi irriducibili ammiratori, erano messi in ginocchio senza pietà dalle notti girovaghe, trascinate una via l'altra, nel corso degli anni. L'avrei voluta invitare al mio tavolo, un bel tavolo all'angolo, di lato al palco e dirimpetto all'entrata, posizione strategica da cui si dominava tutta la sala: e l'avrei fatto, quanto prima. Nella penombra del mio tavolino rotondo, toccato dalla luce fioca - colorata dai cartoncini rossi ed azzurri-, il lume che calava dall'alto del soffitto con un filo di ferro, le avrei offerto da bere.
... sulla città scendeva la sera, sui muri si allungavano le ombre dei passanti, che a passo svelto tornavano a casa. Il golfo sul quale si affacciava il mio rifugio era avvolto dall'oscurità, infranta da un paio di fari, al largo: il primo - sulla sinistra - lanciava fasci di luce chiara, il secondo accendeva e spegneva, alternandole, una luce verde ed una rossa.
Avevo individuato le sedi dove affrontare la delusione amorosa - ammesso che si fosse ... [segue »]
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