La Bella e la Notte
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...questione più profonda.
Così fu; quell'anonimo ed insignificante lunedì notte la "Tinatarner" decise di lasciarsi alle spalle asta e microfono, di scendere gli scalini del suo pulpito color vinaccia con le sette note - nere - attaccate sopra, e di avviarsi verso il barman, con il quale stavo scambiando due parole; io dico che la Bella m'aveva visto, e che ci stava venendo apposta, là dove mi trovavo anch'io. C'erano cinque bar, nel Jazz Club, ed Isa Bella si stava avvicinando al più piccolo e meno assortito di tutti (io mi posizionavo lì regolarmente, era l'angolo più tranquillo della sala). Proprio a mettere il naso nella mia sistemazione, doveva venire?, aveva l'intero locale a sua disposizione.
Indossava un giubbottino di pelle rosa, che le scopriva la vita: resterà un'immagine indelebile, impressa nella mia memoria con il fuoco eterno del sentimento che provavo per lei ..., si appoggiò stancamente sul ripiano di acciaio lucido, sfiorando con il gomito il cestino traboccante di zucchero in bustine, e, dandomi le spalle, bisbigliò al barman la sua ordinazione.
Il giro di basso suonava frenetico, le note salivano per prontamente declinare, e le corde della chitarra vibravano nervose, lungo il manico decorato a mano; la musica ... [segue »]
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