Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte


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...allora, lasciate le pareti fumose ed oscure del Club per tornare alle mura silenziose e bianche della mia stanza, lungo il tragitto in auto, anche allora - dicevo - la voce della Bella continuava a riecheggiare nei miei timpani.

E proseguiva, a risuonarmi in testa, una volta affondata la guancia nel cuscino, le cui rotondità abbracciavo come fossero state le sue, morbide, calde, delicate.

Il suo volto non ero riuscito a scorgerlo, immerso sotto la chioma vaporizzata, ma le sue curve, la linea dei suoi fianchi, i rigonfiamenti dei suoi rotolini, li avevo adocchiati - eccome - nella penombra del Jazz Club, tra le spirali di fumo ed i controluce dei faretti puntati sul palco.

Sì, illegalissimi e tumorali ghirigori di fumo, nel jc era possibile cavare dalla giacca il pacchetto - la cui minaccia salutista era stata sbarrata col pennarello a spirito-, estrarne la sigaretta, aspirarne profonde boccate di corposo tabacco.

Dopo le vette incoronate dalle nuvole - sabato e domenica-, la calma placida dell'avvio di settimana: una vallata sconfinata, in cui le lancette dell'orologio erano ferme.

Per la sospensione dei servizi di nettezza urbana e di raccolta dei rifiuti le strade erano tappeti di scarti di ogni tipo ... [segue »]

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    Scritto da: Pino Conte
    Riferimento:
    Racconto inedito

    Commenti

    3
    postato da , il
    Complimenti...
    2
    postato da , il
    :)
    1
    postato da , il
    che bello il tuo racconto

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