Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte


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...calpestati, ed agli incroci si ergevano montagnole di sacchetti di pattume, cui veniva appiccato fuoco; l'immondizia ardeva lenta, alzando fumi neri e densi.

Ragione di più, una delle tante, per nascondermi dietro le tapparelle abbassate del mio rifugio, in attesa che il sole tramontasse, e le stelle allungassero i loro delicati raggi sui miei vagabondaggi; vagabondaggi brillanti, dove c'ero io c'era sempre una pupa (era la frase preferita del mio capo, me la ripeteva sempre; era sposato, lui... ).

Al Jazz Club ne approfittavano per tirare il fiato; a me garbava il jc, quando ci calava sopra la fase di stanca del lunedì: la quiete dopo la tempesta, la respirazione profonda - a pieni polmoni - per recuperare dall'apnea con cui si erano affrontati gli sforzi festaioli del fine settimana.

Mi garbava anche perché - non si poteva mai sapere-, metti che Isa Bella, approfittando del recupero che la massa dei sonnambuli si concedeva nei primi giorni della settimana, per smaltire le sbronze e rigenerare le energie, avesse lasciato il microfono, e si fosse avvicinata al bar per bere qualcosa.

Sì, ho scritto bene, sonnambuli, la differenza tra un sonnambulo ed un nottambulo non è questione di lettere dell'alfabeto, è ... [segue »]

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    Scritto da: Pino Conte
    Riferimento:
    Racconto inedito

    Commenti

    3
    postato da , il
    Complimenti...
    2
    postato da , il
    :)
    1
    postato da , il
    che bello il tuo racconto

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