Mi spiace per la caterva di punti interrogativi osannanti, ma queste parole di Shakespeare esprimono l'esatto inverso di ciò che è.
E' impossibile amare moderatamente: o si ama o non si ama.
E' impossibile non provare "gioie violente": la gioia è "violenta" di sua natura.
Ne consegue che questa frase è buona solo per il "manuale del perfetto tiepido mediocre", di prossima pubblicazione; e credo che l'autore lo sapesse molto bene.
Concordo pertanto con Giordano, last but not least dei punti interrogativi di cui sopra.
12 anni e 5 mesi fa
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Visto che mi chiamate in causa, sia pur solo come triumviro, vi dico la mia.
La gestione della cosa pubblica (perché di questo stiamo parlando) è cosa che richiede due essenziali requisiti: onestà e competenza sia da parte di chi gestisce, sia da parte di chi chiama altri a gestire.
Chi di voi, amici miei, metterebbe i suoi affari privati nelle mani di uno sconosciuto? Eppure, nelle cosiddetta "democrazie" moderne, milioni di persone mettono mandati in bianco, per la gestione della cosa pubblica, nelle mani di perfetti sconosciuti. Basterebbe anche solo questo, per capire quanto sia esatto ciò che dice Vincenzo.
Sono quindi pienamente d'accordo con Vincenzo circa l'assurdo della democrazia rappresentativa.
Dissento viceversa circa la dittatura, o circa l'assolutismo in genere, anche se li ritengo di gran lunga superiori alla finta democrazia attuale. Noi non dobbiamo vedere i monarchi ed i nobili di una volta come portatori di interessi personali: pensarla in questo modo non farebbe giustizia alla verità. Monarchi e nobili erano persone che venivano preparate SERIAMENTE alla gestione della cosa pubblica; persone che spesso dedicavano la propria vita, talora addirittura perdendola, alla propria nazione.
A questo proposito, voglio citare un episodio, che conosco molto bene perché relativo a famiglia a me ben nota. Parlo di un nobile (nobile non di solo lignaggio, ma anche di sentimenti), padrone dell'intero Cilento, che, all'epoca dei moti carbonari del Sud, prima fu cospiratore e finanziatore degli stessi, poi costretto a fuggire a Genova per essere stato scoperto (colà perse la moglie, fuggita anche lei nascondendosi in un carro di fieno), infine, ad unificazione avvenuta, nominato senatore del Regno. Costui aveva speso gran parte della sua fortuna per la causa, e gli fu proposto il reintegro in tutti i beni perduti. Ebbene, rifiutò, dichiarando che ciò che aveva "perduto", lo aveva in realtà donato alla patria. Alla stessa maniera, potrei citare Amedeo d'Aosta, e tanti altri episodi e persone.
Il sistema monarchico e nobiliare, potrà sembrarvi incredibile..., ma garantiva molta più onestà e competenza di quelle attuali.
La dittatura, no, non può essere d'aiuto. Per il semplice motivo che la dittatura non è un "sistema" di governo, ma è legata all'uomo; fosse anche l'uomo migliore del mondo, scomparso lui, scompare anch'essa e le sue ragioni, lasciando un'infinità di problemi, come è avvenuto nei Balcani alla m0rte di Tito.
Proposta (anzi vaticinio): abolizione del Parlamento, e sua sostituzione con strumenti di democrazia diretta. Noi abbiamo oggi questo splendido strumento, internet, che ci consente di dialogare ed esprimere le nostre idee. Sapete cosa è la PEC? E' un sistema elettronico attraverso il quale si certifica la propria manifestazione di scienza o di volontà attraverso firma certa, senza muoversi dal proprio computer. Ciascuno di noi potrebbe esprimere il proprio voto su qualsiasi proposta legislativa, alla stessa maniera di un parlamentare.
Questa sì sarebbe democrazia. Si potrebbero naturalmente adottare vari contemperamenti: a mero titolo di esempio, conferire (da parte di 100, 300, massimo 1000 persone) mandati "intuitu personae" a persone particolarmente preparate in determinati argomenti, CONOSCIUTE DI PERSONA, e solo per alcune questioni, persone il cui voto, in quella questione, varrebbe tanti voti quanti sono coloro che le hanno conferito il mandato, e così via.
In questo modo potrebbe essere facilmente abolito l'attuale potere legislativo bicamerale, che ormai fa ridere i polli. Resterebbero il potere esecutivo e quello giudiziario; ma per l'elezione dell'esecutivo si potrebbe adottare un sistema decentrato a catena (decentramento VERO E SERIO, non l'imbroglio attuale, che serve solo a moltiplicare i centri di malgoverno e di mangia-mangia); mentre per quello giudiziario proporrei ampii slittamenti verso sistemi elettivi di tipo anglosassone, sia pur contemperati da una precisa e puntuale verifica di competenza tecnica degli interessati.
A me sembra che il movimento 5 stelle stia marciando verso qualcosa del genere. Ma una cosa è certa: dobbiamo riappropriarci della cosa pubblica, per troppo tempo rimasta nelle mani di partiti mutatisi (TUTTI !!!) in vere e proprie associazioni a delinquere, o, nella migliore delle ipotesi, in centri di gestione intrallazzatoria del potere e di nauseante malcostume.
12 anni e 5 mesi fa
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"Imparate da me, che sono mite e umile di cuore".
"Chi di voi vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti".
"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire".
Dio dunque non è padrone, ma servo del mondo.
Non è forza e potenza, ma sacrificio ed amore.
Dio non c'entra niente coi NOSTRI misfatti.
Dov'è? E' dentro ciascuno di noi: se ci sforzassimo sinceramente di rimuovere la polvere e di cercarlo, non c'è dubbio che lo troveremmo.
Mi piace molto il pensiero di Einstein nell'accomunare giustizia, pace e razionalità. E' questo che vado da sempre ripetendo: LA SOLA RAGIONE può condurci alla giustizia, all'amore reciproco ed alla pace.
Ed anche a Dio, perché DIO E' RAZIONALITA' AL SOMMO GRADO. Così come lo è l'amore, matrice di tutto ciò che esiste.
12 anni e 5 mesi fa
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Sergio, tu lo sai come la penso: secondo me, noi siamo superiori al tempo.
Lo valicheremo tranquillamente, perché siamo imm0rtali.
Solo per questo mi sono permesso di augurare a tutti buone vacanze sotto terra. :))
12 anni e 5 mesi fa
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Una breve chiosa al commento 78 di Sergio.
Sergio, tu scrivi (copio e incollo): "Non mi serve altro per vivere, e soprattutto non mi serve nessuna spiritualità che mi faccia credere di altre vite o reincarnazioni dell'anima o che altro. Mi basta essere consapevole..." eccetera.
Io vedo in questo tuo insistere sull' UTILITA' del credere una distorsione di prospettiva. E mi spiego: l' UNICA utilità che deriva dalla ricerca della VERITA' è la soddisfazione dell'amore per la ricerca. L'amore per la ricerca è un atteggiamento mentale e spirituale che conduce, sin dai primordi, l'essere umano ad indagare ciò che lo circonda per tentare di comprenderne la struttura ed il senso; ed, insieme, per comprendere se stesso. Questa indagine è l'esclusivo premio di se stessa.
Orbene, a mio avviso il ritenere che se qualcuno, ad indagine in corso o conclusa (sempre in corso e mai conclusa), ritenga di aver trovato qualcosa, lo ritenga per propria utilità mi pare atteggiamento mentale dietro il quale non può che nascondersi disinteresse o addirittura PAURA della ricerca di cui sopra. Accettazione, insomma, di uno status di ignoranza che ci tutela dal dover uscire in esplorazione, nell'ignoto, a cercare.
E dunque, a mio avviso, "la spiritualità che faccia credere in altre vite, ecc.", in quanto tappa o conclusione di un itinerario di ricerca, non è assolutamente orpello utilitaristico; mentre lo è per definizione il RIFIUTO DELLA RICERCA, operato, come tu stesso confessi, per via della constatazione che "non ti serve altro per vivere".
Con questo tipo di idee, oggi saremmo ancora all'età della pietra.
12 anni e 5 mesi fa
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Controllo politico??? E quando mai c'è stato, in Italia? Forse durante il ventennio, allorché masse osannanti erano pronte ad acclamare ogni guitto stivali e petto in fuori? O forse all'epoca della "resistenza"? Che fu capace (niente di meno) di "cacciar via" nazisti che già erano in fuga per fatti loro (per via dello sbarco alleato in Normandia e in Sicilia, UNICA nostra salvezza), e addirittura di fare giustizia sommaria, in maniera barbara e trogloditica (in perfetto stile libico), del Duce fino a poco prima osannato? O forse negli anni 60, allorché tutti pensavano a ricostruire e far soldi, o negli anni 70, con il rapimento Sossi e il delitto Moro (ché solo di delitto si trattò, ad opera di pochi pseudo-intellettuali pazzoidi e di... accettazioni machiavelliche dell'ineluttabile?).
Noi non abbiamo perduto il controllo politico, giacché un popolo bue come il popolo italiano non lo ha mai avuto nè ha mai sognato o desiderato di averlo; abbiamo perduto, questo sì, il controllo morale, e non sulla politica, ma SU NOI STESSI.
Insomma: la situazione politica italiana, con i suoi lestofanti, furbi, intriganti, ignoranti, intrallazzatori, lenoni e cortigiane, è specchio fedele della società che la esprime.
Nel che, a ben pensare, si può cogliere una forma molto realistica, se non di controllo in senso stretto, di germinazione politica, che è ancora più che il controllo: certe male piante non nascono da sole, ma solo se ve ne sono i semi e se l'humus è loro favorevole.
Dunque mai come ora, a mio avviso, tutto è sotto controllo... !
12 anni e 5 mesi fa
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E' impossibile amare moderatamente: o si ama o non si ama.
E' impossibile non provare "gioie violente": la gioia è "violenta" di sua natura.
Ne consegue che questa frase è buona solo per il "manuale del perfetto tiepido mediocre", di prossima pubblicazione; e credo che l'autore lo sapesse molto bene.
Concordo pertanto con Giordano, last but not least dei punti interrogativi di cui sopra.
La gestione della cosa pubblica (perché di questo stiamo parlando) è cosa che richiede due essenziali requisiti: onestà e competenza sia da parte di chi gestisce, sia da parte di chi chiama altri a gestire.
Chi di voi, amici miei, metterebbe i suoi affari privati nelle mani di uno sconosciuto? Eppure, nelle cosiddetta "democrazie" moderne, milioni di persone mettono mandati in bianco, per la gestione della cosa pubblica, nelle mani di perfetti sconosciuti. Basterebbe anche solo questo, per capire quanto sia esatto ciò che dice Vincenzo.
Sono quindi pienamente d'accordo con Vincenzo circa l'assurdo della democrazia rappresentativa.
Dissento viceversa circa la dittatura, o circa l'assolutismo in genere, anche se li ritengo di gran lunga superiori alla finta democrazia attuale. Noi non dobbiamo vedere i monarchi ed i nobili di una volta come portatori di interessi personali: pensarla in questo modo non farebbe giustizia alla verità. Monarchi e nobili erano persone che venivano preparate SERIAMENTE alla gestione della cosa pubblica; persone che spesso dedicavano la propria vita, talora addirittura perdendola, alla propria nazione.
A questo proposito, voglio citare un episodio, che conosco molto bene perché relativo a famiglia a me ben nota. Parlo di un nobile (nobile non di solo lignaggio, ma anche di sentimenti), padrone dell'intero Cilento, che, all'epoca dei moti carbonari del Sud, prima fu cospiratore e finanziatore degli stessi, poi costretto a fuggire a Genova per essere stato scoperto (colà perse la moglie, fuggita anche lei nascondendosi in un carro di fieno), infine, ad unificazione avvenuta, nominato senatore del Regno. Costui aveva speso gran parte della sua fortuna per la causa, e gli fu proposto il reintegro in tutti i beni perduti. Ebbene, rifiutò, dichiarando che ciò che aveva "perduto", lo aveva in realtà donato alla patria. Alla stessa maniera, potrei citare Amedeo d'Aosta, e tanti altri episodi e persone.
Il sistema monarchico e nobiliare, potrà sembrarvi incredibile..., ma garantiva molta più onestà e competenza di quelle attuali.
La dittatura, no, non può essere d'aiuto. Per il semplice motivo che la dittatura non è un "sistema" di governo, ma è legata all'uomo; fosse anche l'uomo migliore del mondo, scomparso lui, scompare anch'essa e le sue ragioni, lasciando un'infinità di problemi, come è avvenuto nei Balcani alla m0rte di Tito.
Proposta (anzi vaticinio): abolizione del Parlamento, e sua sostituzione con strumenti di democrazia diretta. Noi abbiamo oggi questo splendido strumento, internet, che ci consente di dialogare ed esprimere le nostre idee. Sapete cosa è la PEC? E' un sistema elettronico attraverso il quale si certifica la propria manifestazione di scienza o di volontà attraverso firma certa, senza muoversi dal proprio computer. Ciascuno di noi potrebbe esprimere il proprio voto su qualsiasi proposta legislativa, alla stessa maniera di un parlamentare.
Questa sì sarebbe democrazia. Si potrebbero naturalmente adottare vari contemperamenti: a mero titolo di esempio, conferire (da parte di 100, 300, massimo 1000 persone) mandati "intuitu personae" a persone particolarmente preparate in determinati argomenti, CONOSCIUTE DI PERSONA, e solo per alcune questioni, persone il cui voto, in quella questione, varrebbe tanti voti quanti sono coloro che le hanno conferito il mandato, e così via.
In questo modo potrebbe essere facilmente abolito l'attuale potere legislativo bicamerale, che ormai fa ridere i polli. Resterebbero il potere esecutivo e quello giudiziario; ma per l'elezione dell'esecutivo si potrebbe adottare un sistema decentrato a catena (decentramento VERO E SERIO, non l'imbroglio attuale, che serve solo a moltiplicare i centri di malgoverno e di mangia-mangia); mentre per quello giudiziario proporrei ampii slittamenti verso sistemi elettivi di tipo anglosassone, sia pur contemperati da una precisa e puntuale verifica di competenza tecnica degli interessati.
A me sembra che il movimento 5 stelle stia marciando verso qualcosa del genere. Ma una cosa è certa: dobbiamo riappropriarci della cosa pubblica, per troppo tempo rimasta nelle mani di partiti mutatisi (TUTTI !!!) in vere e proprie associazioni a delinquere, o, nella migliore delle ipotesi, in centri di gestione intrallazzatoria del potere e di nauseante malcostume.
"Chi di voi vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti".
"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire".
Dio dunque non è padrone, ma servo del mondo.
Non è forza e potenza, ma sacrificio ed amore.
Dio non c'entra niente coi NOSTRI misfatti.
Dov'è? E' dentro ciascuno di noi: se ci sforzassimo sinceramente di rimuovere la polvere e di cercarlo, non c'è dubbio che lo troveremmo.
Mi piace molto il pensiero di Einstein nell'accomunare giustizia, pace e razionalità. E' questo che vado da sempre ripetendo: LA SOLA RAGIONE può condurci alla giustizia, all'amore reciproco ed alla pace.
Ed anche a Dio, perché DIO E' RAZIONALITA' AL SOMMO GRADO. Così come lo è l'amore, matrice di tutto ciò che esiste.
Lo valicheremo tranquillamente, perché siamo imm0rtali.
Solo per questo mi sono permesso di augurare a tutti buone vacanze sotto terra. :))
Sergio, tu scrivi (copio e incollo): "Non mi serve altro per vivere, e soprattutto non mi serve nessuna spiritualità che mi faccia credere di altre vite o reincarnazioni dell'anima o che altro. Mi basta essere consapevole..." eccetera.
Io vedo in questo tuo insistere sull' UTILITA' del credere una distorsione di prospettiva. E mi spiego: l' UNICA utilità che deriva dalla ricerca della VERITA' è la soddisfazione dell'amore per la ricerca. L'amore per la ricerca è un atteggiamento mentale e spirituale che conduce, sin dai primordi, l'essere umano ad indagare ciò che lo circonda per tentare di comprenderne la struttura ed il senso; ed, insieme, per comprendere se stesso. Questa indagine è l'esclusivo premio di se stessa.
Orbene, a mio avviso il ritenere che se qualcuno, ad indagine in corso o conclusa (sempre in corso e mai conclusa), ritenga di aver trovato qualcosa, lo ritenga per propria utilità mi pare atteggiamento mentale dietro il quale non può che nascondersi disinteresse o addirittura PAURA della ricerca di cui sopra. Accettazione, insomma, di uno status di ignoranza che ci tutela dal dover uscire in esplorazione, nell'ignoto, a cercare.
E dunque, a mio avviso, "la spiritualità che faccia credere in altre vite, ecc.", in quanto tappa o conclusione di un itinerario di ricerca, non è assolutamente orpello utilitaristico; mentre lo è per definizione il RIFIUTO DELLA RICERCA, operato, come tu stesso confessi, per via della constatazione che "non ti serve altro per vivere".
Con questo tipo di idee, oggi saremmo ancora all'età della pietra.
Noi non abbiamo perduto il controllo politico, giacché un popolo bue come il popolo italiano non lo ha mai avuto nè ha mai sognato o desiderato di averlo; abbiamo perduto, questo sì, il controllo morale, e non sulla politica, ma SU NOI STESSI.
Insomma: la situazione politica italiana, con i suoi lestofanti, furbi, intriganti, ignoranti, intrallazzatori, lenoni e cortigiane, è specchio fedele della società che la esprime.
Nel che, a ben pensare, si può cogliere una forma molto realistica, se non di controllo in senso stretto, di germinazione politica, che è ancora più che il controllo: certe male piante non nascono da sole, ma solo se ve ne sono i semi e se l'humus è loro favorevole.
Dunque mai come ora, a mio avviso, tutto è sotto controllo... !