Giuseppe Freda

Nella frase "La vita finisce nell'attimo che nasci." di Nausika
Vorrei dire a Sergio che, da un punto di vista meramente pratico e razionale, è scelta migliore il credere piuttosto che il non credere in un'altra vita. Se infatti ci credi, sarai in ogni caso in pace: giacché ove nulla vi sia, non te ne accorgerai; ma se non credi, e qualcosa vi fosse dopo la m0rte, quel qualcosa ti coglierebbe del tutto impreparato, e miscredente per giunta.   : ))
    Comunque devo dire che CERCATE POCO, anzi NON CERCATE AFFATTO. Un problema di questa portata merita l' esame approfondito di ogni testimonianza, di ogni mosca che sia volata al riguardo. CHI CERCA TROVA. Invece abbordate il problema in maniera preconcetta e supponente, senza un reale interesse. E il motivo di tutto ciò mi è evidente: fuggite il problema, ne avete PAURA. Una paura che si traduce in pratica nella PAURA DI SE STESSI, perché quando l'uomo ragiona della vita e della m0rte ragiona di SE STESSO, mica di Dio o di amene astrazioni.
     DA DOVE VENITE? DOVE ANDATE? CHI SIETE?  Sono queste le domande in cui vorrei vedervi occupati.
     E poi, Sergio, ti invito a considerare una cosa. Tu sai che in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Orbene proprio lo psichismo, la coscienza, la soggettività, che sono la MASSIMA ESPRESSIONE CONOSCIUTA DELL'UNIVERSO, dovrebbero crearsi dal nulla e tornare nel nulla? Non vi sarebbe in questo uno spreco assurdo, una sorta di beffa?
      Io vi auguro che prima o poi, dimesso ogni timore ed ogni falsa credenza, possiate vedere chiaro intorno a voi e dentro voi stessi.
12 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "Racconto di popoli scalzi - ribelli, di..." di Flavia Ricucci
Salvatore, scusami se te lo dico, ma... del mio stato d'animo non hai capito assolutamente un bel niente.  : )))
E ciò non per tua incapacità, ma semplicemente perché non vi è nulla da capire. C'è solo da rimboccarsi le maniche e tentare con forza e coraggio di convivere con se stessi e con gli altri.
     Malgrado la filautia... altrui.  : )))
12 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "I poeti sono gli unici che riescono ad..." di David Kumada
Amici, venite tutti qui: David Kumada ha risposto, ha risposto lungamente, ed è dunque necessario a questo punto analizzarlo e vivisezionarlo!!   : )
     Personalmente, David, rimango ammirato della tua chiaroveggenza nell'includermi, sia pure al 5° ed ultimo posto, nella schiera dei pazzi furiosi come Leonardo, Michelangelo, Dante e Leopardi. Poiché nulla conosci di me, devo dirti che "non la carne e il sangue te l'hanno rivelato"; e dunque accolgo di buon grado l'allocuzione "compagno di sventura", che in verità per svariati motivi mi calza a pennello.
     "Chi è causa del suo mal pianga se stesso", te lo ha detto mai, la signora Rosa? E il fatidico "Ce l'hai voluto tu"?
     Sursum corda: per ogni povero ed insignificante buono a nulla il bello deve ancora venire !!!
12 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "Il volto umano non mente mai: è l'unica..." di Luis Sepúlveda
E' vero che la sincerità fa sì che molte persone si allontanino. Ma questo è secondo me molto importante, perché è un asettico automatismo capace di eliminare, in maniera "incruenta", zavorra inutile dalla nostra vita di relazione. Finché, naturalmente, rimane zavorra inutile: perché talora accade che i "fuggitivi" si rendano conto di tante belle cose, e si riavvicinino, nel qual caso ci raggiunge, insieme al loro riavvicinarsi, la soddisfazione di aver dato un esempio che è valso a qualcosa.
12 anni e 7 mesi fa
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Nella frase "In questo luogo è deposta la spoglia di uno..." di Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
Caro Paolo, ciascuno di noi dà alle parole "rispetto" ed "amore" un significato molto soggettivo. Ciò che conta sono i fatti: e, nei fatti, da quanto dici, mi sembra che tu ami o rispetti gli animali probabilmente come e più di tante altre persone.
     La natura che ci circonda (e quando parlo di natura parlo dell'Universo intero, a partire dalle galassie infinite per proseguire con le stelle, con il nostro pianeta e ogni forma di vita da esso ospitata) fa parte di noi, "è" noi. Questa non è assolutamente un'asserzione di tipo sentimentale o poetico, ma un dato di fatto: TUTTO ciò che ci circonda non solo è il nostro habitat, ma è la nostra matrice, la "fabbrica" da cui siamo usciti.
     Non dobbiamo quindi, perché sarebbe un assurdo, assumere nei riguardi della natura un atteggiamento di terzietà o di estraneità: l'atteggiamento giusto è viceversa, a mio avviso, sentire e scoprire dentro noi stessi i mille fili diversi che ci collegano alla natura e ad ogni sua espressione: individuarli, ripulirli, farli vibrare come corde di mille strumenti che suonano, pur con toni diversi, la medesima musica.
     Per questi motivi, ritengo estremamente valida razionalmente. oltre che spiritualmente, la visuale espressa da San Francesco nel Cantico delle creature: quanto poi agli animali, a mio avviso il giusto atteggiamento è ritenerli nostri fratelli, in quanto frutto del medesimo grembo materno. E quanto dico degli animali vale anche per le espressioni del regno vegetale, ed anche per le pietre stesse, giacché siamo costituiti anche di minerali, come ben sai.
     Come in tutte le famiglie, esistono naturalmente fratelli maggiori e fratelli minori. Noi siamo maggiori rispetto ad alcuni, minori rispetto ad altri (esisteranno nell'Universo schiere infinite di esseri più perfezionati i noi); ma la sostanza del discorso non muta, anzi deve condurci in ogni caso ad amare i nostri fratelli.
      Questa è la mia visione delle cose relativamente a questa questione. Potrei naturalmente essere molto più preciso e scendere in  diversi dettagli; ma ho voluto qui esprimere solo il succo del mio sentire al riguardo.
12 anni e 7 mesi fa
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