Poesie personali


Scritta da: Laura Di Nella
in Poesie (Poesie personali)

La sofferenza dei crudeli

Ricordi vaghi
riaffiorano,
la malattia dell'anima
risorge impietosa.

Io ti guardo,
risorgere dalle tue ceneri,
ma la speranza non mi abbandona,
accompagnata dalla forza
dei miei valori,
cullata dal calore profuso
che alimenta
quel coraggio disperato,
sospinta a salvaguardarmi
dal tuo mondo
che mi rifiuta...
per quel mio passo che avanza,
solo apparentemente temerario,
in cui tu vedi la nullità
del tuo essere,
l'ipocrisia dei tuoi atti.

Ancora perplessa,
ti osservo sferzare
la tua
collerica
insana
indomabile
ira
e dipingi ogni luogo
con i colori perversi
del tuo malessere,
per sopportare
quel dolore
immenso
infinito
sublimato
che mai ti abbandona.

Incapace di amare,
preferisci l'odio
all'indifferenza...
In un circolo senza fine
riproduci copioni
uguali a se stessi
ma...
rimani esterrefatto
da chi riesce
a sopportare la tua crudeltà,
a rispondere al tuo astio
sussurrando
parole che, come una ninna nanna,
invitano a sopire
la tua anima affranta.
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    Scritta da: Laura Di Nella
    in Poesie (Poesie personali)

    Autunno 2006

    Insoddisfatti,
    agitati,
    anni compressi
    in un angolo di cuore.

    Il Bene eluso
    dalla visione totalizzante
    del freddo opportunismo
    che non ammette errori
    contro titanici millantatori
    di formali ideali.

    Valori etici
    radiati da ogni dove.
    Sacrifici umani
    di gente ignara
    del proprio destino.
    Carnefici addestrati
    da misticismo bellico.

    Nessuna "Pulzella" salverà
    l'Umanità da questa guerra
    "dei mille anni"!

    Vite sdraiate al sole:
    bidite refrigeranti o mosche fastidiose,
    un'uguaglianza
    drammaticamnte
    contrapposta,
    ancora l'eccezione
    che conferma la regola,
    ma quale nefando pensiero
    folgora
    chi non si arresta a tanto?
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      Scritta da: Pierluigi Camilli
      in Poesie (Poesie personali)

      La rosa finta

      La rosa che un giorno t'ho donato,
      l'ho rivista insieme a qualche fiore:
      nel rivederla sul tavolo, ho provato
      un tonfo di letizia dentro il core!
      Non l'hai buttato via il nostro fiore!?
      L'hai tenuto riposto: ma perché?
      Vuoi farmi capir che in te l'amore
      È ancora vivo, come lo è in me?
      La rosa che t'ho dato non è vera,
      ma è bella, forse più se mai lo fosse.
      Io t'ho dato una rosa finta,
      perché giammai doveva scomparir:
      infatti l'ho rivista, bella, linda,
      sul tavolino facendomi soffrir!
      Mi ha fatto male, sì, perché la rosa
      è rimasta nel tempo come era;
      l'amore tuo, effimero, è una cosa
      come te: rimasto m'è chimera!
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        in Poesie (Poesie personali)

        Se sai che t'amo

        Se sai che t'amo

        Se sai che t'amo, ascolta:
        dissolvi i tuoi timori
        il tuo sogno non sfiorire
        sbalza oltre la foschia
        e al limine esteso
        il tuo sguardo ancora mi ritrovi.
        Son qui che ti aspetto
        mentre la sabbia scivola
        nella clessidra e il tempo
        della nostra vita si consuma|
        Fa presto! Ritorna!
        Riportami i tuoi baci
        ancora le dita della tua mano
        si intreccino alle mie
        le labbra tue dolci incontri
        come la prima volta, vieni
        libera il mio pensiero
        dal labirinto senza uscite
        se intrappolato vaga
        tra le stanze della tua assenza.
        Cedi a questa dolcezza
        che ti insidia, placa l'arsura
        del cuore smarrito tra le dune
        in cui il tuo editto l'ha confinato
        abbandoni poi il mio sudario
        intriso di nostalgia e di malinconia.
        Vieni: è certezza quest'amore
        che dentro tuona lampeggia
        e dà acqua alla tua rosa in agonia
        sradicami dal ceppo a cui la catena
        della tua indifferenza mi imprigiona.
        Dai piglio a quest'affetto
        che si accende nel mio petto
        se vicina ti penso e un'onda
        di tenerezza segreta ti raggiunge
        sotto l'arco di chiarore che ti illumina come un sole
        continuiamo a vivere in uno scambio
        di sogni e mescoliamo le nostre vite.
        Dubbiosa, che possiamo perdere
        se null'altro di tangibile s'afferra
        dal vorticoso vuoto dei giorni?
        Sbalza, sbalza oltre le rovine
        datti ali immortali
        e spirito ritrovami
        afferrami e portami con te
        in alto oltre le miserie della vita
        ove solo soffi d'amore spirano.
        È sulle scale dell'essere
        che sfinito t'aspetto
        come respiro che ritorni!
        Vuoi che io qui muoia
        o mi rialzi pieno di vita
        e aumentato di amore
        ti dia ancora il braccio
        e risalga verso la luce?
        Resterò su questa scala
        a filtrare dal silenzio
        il rumore dei tuoi passi
        a sillabare domani le tre sillabe
        del tuo nome per ridarti un volto.
        Se sai che t'amo, ritorna
        varca il confine e abbracciami
        prima che su quelle scale io muoia.
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          in Poesie (Poesie personali)
          Il tempo inconiugato
          Ho camminato sui sassi levigati:
          dopo due passi acuminati vetri.
          Ne valesse la pena potrei anche ferirmi;
          ghermirmi dal lontano e ritornare.
          Ma il moto ondoso della malinconia
          pietoso, a volte, mi cela il suo confine
          un monte avvolto dalla dura nebbia
          ove spicca la vetta un po' sorniona...
          Ho cominciato su vetri acuminati:
          dopo due passi, sassi levigati...
          Ne valesse la pena potrei anche fermarmi.
          Ma il moto ondoso della malinconia
          tutto sommato non è quello che sembra.
          Come una dura nebbia di zucchero filato.
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            in Poesie (Poesie personali)
            La sciaradda fumigante del vespro
            ha punte di cromorno che soltanto
            il lento commovimento del vento
            sa pazientemente addipanare.

            La nota che l'eco adusta riverbera
            è una scheggia smorzata sopra il rame
            dell'orizzonte; rameggia un silenzio
            nel profondo dell'ora. Stride querula

            l'oscura epifania della sera;
            si snodano i destini: come tónfano
            attempato disperdono la brace
            promessa all'argento striato alcuni

            accordi in lontananza; una voce alida
            si prova a modularli con arpeggi.
            Ma il turbine ondoso con le criniere
            d'un diospero sommuove anche il tuo

            albagioso parlare. S'incupisce
            la stanza trinata mentre lo spettro
            della finestra vanisce; una brezza,
            dipoi un attonito bisbigliare:

            il profilo marezzato si spunta
            di frondi magnioliacee, auso antro
            d'un poggio anellato in derelizione.
            Stagliata contro romite nuvole
            di cenere, svaria roggia la voce

            arrochita d'una scaglia di luna.
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              in Poesie (Poesie personali)
              Sei la china in cui si stempra la notte;
              soltanto abbarbagliano queste crepe
              d'asfalto nell'uggia abbozzata luci
              riecheggiate fra un discosto lampione
              e lo scalpiccio del tuo passo isocrono.

              Sulla strada taciturna la tua ombra
              incede ponderosa nella fuga
              da una rimembranza che non è tua:
              impronte seriche ed uranoliti
              s'increspano fra le tue dita; un'ambra

              balugina distratta sopra un gelso:
              tu la cogli, non appena un'incauta
              pioggia lambisce il cristallo che porti
              nei tuoi occhi. Entro il cerchio silenzioso
              del tuo profilo, una lacrima svetti.

              La lasci cadere in un tuo sospiro,
              ritorni verso casa, persuasiva
              che tribolare senza avvedersene
              non si preroga alle zuffe di piume...
              il pencolare d'ogni tuo pensiero

              quella sera era pegno d'infinito.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Come, quando

                Come posso vedere quella lacrima morire sul tuo viso
                Quando so che non sono io a doverla asciugare

                Come posso stringerti e donarti tutto il mio calore
                Quando il mio corpo è percosso da brividi

                Come posso proteggerti da tutti gli sguardi
                Quando mi mancano le forze per respirare

                Come posso donarti parole di conforto e consiglio
                Quando ogni mia parola si spegne nella mia gola

                Come posso dirti quello che tu sei veramente per me
                Quando so che questo peggiorerebbe le cose

                Come posso chiederti di capirmi
                Quando sono io a celarmi

                Come posso dire di amarti
                Quando siamo come gemelli separati alla nascita

                Come posso donarti gioia e serenità
                Quando io sono triste ed imperfetto

                Come posso odiare chi ti fa soffrire
                Quando so che tu l'ami

                Come posso volerti fare mia
                Quando so che questo tu non lo vuoi.
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