il figlio del destino
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...evitando, così, spintoni e scontri.
Sembrava che tutta l'attenzione si stesse focalizzando su un determinato binario: il 12.
Alberto si muoveva con determinazione e forza, al punto che udì la voce di un poliziotto redarguirlo pesantemente:
"Ma cosa sta facendo? Stia attento! Non vede che rischia di calpestare il cadavere?".
Senza rendersene conto, Alberto chinò lo sguardo e scorse il corpo di una donna in un mare di sangue.
Il viso era schiacciato su quello sporco pavimento, i folti capelli biondi macchiati dal rosso di quell'insano sangue. Quel contrasto non era solamente drammatico.
L'abbigliamento elegante fu la lancia nel costato, il colpo finale.
Quella conferma che nessuno vorrebbe ma, soprattutto, nessuno vorrebbe mai accettare nella vita: era lei, Luisa.
Una forza sovrumana lo proiettò improvvisamente lontano dal suo corpo, inconsciamente quasi dal suo volere.
Alberto voleva, doveva svegliarsi. Non poteva essere possibile tutto ciò: era un incubo, doveva svegliarsi assolutamente e ricevere conferma che era stato tutto e soltanto un brutto sogno.
Ma da certi sonni non c'è risveglio
Alberto fece appello alle poche forze rimaste e con lo sguardo provò a cercare qualcosa su cui appoggiarsi. Avvertiva che il Destino gli stava voltando le pagine della sua esistenza e decise, allora,... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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