il figlio del destino
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...stoffa mentre le grida sembrano voler uscire da quello strano quadro.
Una luce dorata di sottofondo accompagnava il lento incedere di uno strano animale assomigliante a quello di una figura femminile. Sul lato destro della tela la figura attraversava, con decisa cautela, alcuni gradini sgangherati usurati dal tempo e dal mare in certi giorni di tempesta.
La mano ferma dell'artista delineava con sicurezza il suo incedere donando all'intero corpo quella sinuosità felina che appartiene, solitamente, al fascino del mistero.
Nonostante Alberto avesse osservato centinaia di volte quel quadro, mai aveva scorto in maniera così precisa quella figura di donna.
Il suo sguardo si pose sul display del telefono e un fioco lampeggiare gli comunicava che in segreteria c'era un messaggio.
Pensò a qualche messaggio di Carla che gli ricordava gli appuntamenti della giornata, ma non aveva voglia di controllare, la stanchezza aveva paralizzato ogni suo gesto.
Luisa era morta e le domande si affollavano nella sua mente senza un attimo di tregua.
Decise, recuperando l'ultimo filo di voce, di chiamare Carla:
"Salve Carla, ho visto il suo messaggio in segreteria, desideravo dirle che oggi non verrò in ufficio, probabilmente neppure domani. Veda lei il da farsi, si organizzi come meglio crede",... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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